Kui Buri Park: delusione e meraviglia

Eccomi a scrivere nuovamente, ho fatto una lunga pausa e ora mi rimetto in pari. Ho lasciato in sospeso il mio ritorno in Thailandia e voglio raccontare la mia visita al parco di Kui Buri, tra delusione e meraviglia.

Il mio hotel dista pochi chilometri dal parco e con poco più di mezz’ora di macchina ci si arriva; la strada è molto piacevole e passa attraverso i villaggi nelle campagne e paesaggi bucolici immersi nella natura. Tra palmeti e pinete eccomi giunta al primo sito, non c’è molto da vedere a meno che non ci si addentri nei sentieri natura a piedi, ma è strettamente necessario avere una guida per non rischiare di perdersi. Il fatto di rimanere “intrappolata” nella foresta è un’idea che mi attira, ma forse è un pò pericoloso visto gli animali che ci vivono… Quindi decido di fare una passeggiata nell’area campeggio e di arrivare fino al quartier generale, dove ci sono gli alloggi dei Rangers. Quì incontro un meraviglioso e simpatico orso nero asiatico che sembra un orsacchiotto di peluche e me ne sono già innamorata, purtroppo è chiuso in una enorme recinzione perchè è sotto cure; dal momento che la razza rischia l’estinzione a causa della deforestazione e anche della medicina cinese, è una specie protetta.

Dopo aver lasciato il mio amico orsacchiotto, mi dirigo verso un altro sito del parco, dove posso organizzare una sorta di safari, addentrarmi nella foresta e riuscire a vedere qualche altro animale selvatico. Prima di arrivare però, mi fermo a fare una sosta pranzo in uno spiazzo in riva ad un lago, dove c’è una bella vista sulle colline e la splendida giornata di sole rende tutto più magico. Quando mi rimetto alla guida scorgo altri favolosi paesaggi sulla strada e sembra quasi di non essere in Thailandia, ma mi ricordano un pò le valli del mio paese.

Arrivo al quartier generale da dove partono i tour safari e al momento c’è poca gente, manca in effetti mezz’ora all’apertura della biglietteria. Non so bene come funziona e, man mano che passano i minuti le persone aumentano e io mi preoccupo di dover dividere un pick up con tutta quella gente. All’apertura dell’ufficio faccio i biglietti e scopro, con mio grande piacere, che ognuno avrà il proprio pick up con una guida e un autista personale, al modico prezzo di 800 thb (circa 21 euro) a testa. Saluto la mia guida, una giovane ragazza che non parla inglese e il mio autista, salgo dietro al pick up con lei e inizio il mio tour, seguita dalle altre auto ovviamente. Arriviamo ad una prima torretta di avvistamento, ma dai walkie talkie avvisano che non ci sono animali in vista per il momento. Dal momento che nessuno capisce molto le proprie guide, siamo tutti un pò incerti sul da farsi, aspettare o proseguire? Che dilemma… Alla fine io e qualche altra persona decidiamo di proseguire e di tornarci magari successivamente, sempre che ci sia qualcosa da vedere.

Arriviamo alla seconda torretta, ma qui non scendiamo neanche dalla macchina, perchè ancora una volta non c’è niente da vedere… Proseguiamo e arriviamo in un grande spiazzo dove parcheggiamo i pick up e scendiamo, la vista è da mozzare il fiato, intere vallate verdi di foresta incontaminata, davvero meraviglioso, ma di animali neanche l’odore. Siamo in pochissimi ad aver raggiunto quest’area, gli altri sono rimasti tra la prima e la seconda torretta, speranzosi di avvistare qualcosa. Si preannuncia anche qui una delusione, fino a quando arriva una chiamata al walkie talkie di una delle guide, subito la seguiamo e lei, con un inglese un pò arrangiato, ci dice: “elephant”! Corriamo subito dove l’hanno avvistato ed eccolo lì, molto lontano da noi, ma ben visibile un cucciolo di elefante. Devo dire che, benchè abbia visto tante volte questi animali, è sempre un’emozione, soprattutto nel loro habitat naturale e incontaminato; siamo davvero in pochi a guardarlo che piano piano scompare tra la fitta vegetazione, dove probabilmente la sua famiglia lo aspetta. Anche se per poco è stata un’emozione intensa, ma la parte divertente arriva ora… Dopo che l’elefantino è scomparso tra gli alberi dico alla mia guida di voler andare via e così mi giro per tornare alla macchina e, come in un film comico, ecco un’orda di turisti che corre verso di noi, speranzosi di vedere l’elefante che, però è già tornato a nascondersi. La fila non finisce più, c’è un’infinità di pallidi turisti occidentali che corre verso valle, io che sono soddisfatta sorrido, anche perchè so che loro probabilmente hanno perso l’attimo e sono arrivati troppo tardi. Sono stata fortunata ad averlo visto indisturbata, perchè ora dal punto in cui ero si vede solo una gran folla assetata di foto. Penso agli animali, che nel loro habitat naturale non vogliono mostrarsi a questi umani un pò stupidi (me compresa) che voglio avere scatti ricordo da postare sui social più che avere un’esperienza da gustarsi in serenità. La situazione è stata davvero buffa, ma io vado via felice per la mia piccola conquista.

Nel tornare indietro voglio fermarmi alla seconda torretta, anche se non c’è niente da vedere e mi siedo un pò a guardare un piccolo laghetto nella vegetazione, finchè decido che è ora di ritornare. Giungiamo al punto di partenza, saluto la mia guida e mi rimetto in macchina, in direzione del mio hotel, godendomi ancora una volta i bei paesaggi che scorrono fuori dal finestrino.

 

Ripensando alla giornata mi sento soddisfatta, ma anche molto delusa; sono andata a visitare quel parco nella speranza di avvistare gli animali selvatici, ma soprattutto sperando di non trovare il turismo di massa. Purtroppo i turisti erano tantissimi e gli animali, giustamente si sono presi gioco di noi… non è stato propriamente un safari fortunato, ma per me il solo fatto di stare nella natura mi ha resa felice.

 

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