Il mio viaggio, dalla Thailandia al Giappone

Quest’estate ho vissuto un’esperienza davvero unica, frequentando un corso d’inglese in Thailandia e viaggiando da sola, zaino in spalla, per il Giappone. Ho vissuto tutto intensamente e ho imparato molto dalla gente e dai magnifici luoghi che ho visitato. Ho condiviso momenti divertenti nel campus dell’International House a Chiang Mai con molte persone provenienti da tutto il mondo, che mi rimarranno per sempre nel cuore. Ho conosciuto gente splendida e generosa sull’isola di Nakajima, nello stretto del mare di Seto e ho incontrato vecchi amici a Tokyo. E’ stato un viaggio diverso dagli altri fatti in precedenza, ma che mi ha fatto guadagnare tanta stima per me stessa e mi ha fatto capire quanto belle siano le persone, gli animali e la natura!

Sono partita dall’Italia, da Milano Malpensa, con Ethiad Airways, facendo scalo ad Abu Dhabi e giungendo a Bangkok. Ho preso poi un volo di circa un’ora della Bangkok Airways diretto a Chiang Mai. Ho soggiornato per sette settimane nel campus dell’International House, in una nuovissima struttura con camere comode e spaziose e con un’ enorme piscina rigenerante nelle torbide giornate monsoniche. Finiti i miei studi, sono volata a Bangkok e ho preso una macchina a noleggio per raggiungere Prachuap Kiri Khan, una tranquilla cittadina sulla costa tailandese, a quattrocento chilometri da Bangkok. Sono rimasta per una settimana in un resort molto confortevole, in un bungalow vicino alla spiaggia con una piccola piscina e delle fiabesche altalene su un piccolo promontorio sul mare. Sono poi andata a Bangkok per concludere i miei due mesi di visto tailandese e per respirare un po’ l’aria della città affollata e trafficata, prima di ripartire per il Giappone.

Il ventiquattro agosto ho preso il taxi per andare all’aeroporto di Suvarnabumi, a un’orario improbabile, ovvero alle tre e trenta della mattina. Alle sei il volo della Delta Airlines è partito puntuale per Tokyo Narita, un viaggio abbastanza turbolento di sei ore. Atterrata a Narita sono andata immediatamente a chiedere come potevo raggiungere Kyoto in treno entro sera. Mi hanno venduto un biglietto per la stazione di Nippori, da lì ho dovuto prendere un treno della Yamanote Line, la linea circolare ferroviaria di Tokyo, e giungere alla stazione centrale di Tokyo. Ho comprato un biglietto per lo Shinkansen Nozomi, il treno veloce, che mi ha portata a Kyoto in circa due ore. Ho soggiornato presso l’Apa hotel nella zona Gion per tre giorni. Ho visitato la città di Arashiyama, raggiungibile da Kyoto prendendo un treno della Keifuku line alla stazione di Omiya, in centro Kyoto. Arashiyama è una città meravigliosa per il suo parco, gli splendidi paesaggi, la foresta di bamboo e il parco dei macachi. Kyoto è una città estremamente interessante e si possono davvero vedere tantissime cose: dai moderni portici di Nishiki Market e Teramachi street, ai favolosi templi, al quartiere di Gion, dove le Geishe e le Maiko escono verso le sei di sera per andare al lavoro e le strade dove passano vengono avvolte da un’aura misteriosa e surreale. Il fiume su cui il sole ogni sera si siede e diventa rosso e colora tutto di arancio e le colline intorno che rendono il paesaggio meraviglioso.

Da Kyoto ho preso un Nozomi diretto ad Okayama, l’unica città dalla quale si può prendere un treno diretto per raggiungere l’isola dello Shikoku. Ho soggiornato due notti all’hotel Maira molto confortevole, con bevande gratuite tutto il giorno e una piccola colazione la mattina. Ho visitato il castello e i giardini incantati di Korakuen, ho raggiunto con un treno Kurashiki, una piccola città a venti minuti di treno da Okayama. Una cittadina mercantile che conserva ancora lo stile dell’epoca Meiji, con i suoi canali che scorrono al centro, potrebbe ricordare la lontana Venezia. I salici piangenti che posano le loro foglie sull’acqua e gli edifici bianchi e neri tutti intorno. Davvero molto caratteristica e da vedere, ho respirato un’atmosfera d’altri tempi e mi sono immersa in un’ epoca antica.

Con un viaggio in treno di circa due ore e mezza da Okayama, ho raggiunto Matsuyama, la prima città dello Shikoku e anche la più grande della regione. Ho soggiornato in un altro Apa hotel, situato in una posizione davvero bella e comoda. A Matsuyama ho visitato il castello, ho assistito ad incredibili tramonti sul mare e ho visitato isole magiche. Ho preso un traghetto al porto di Takahamako per raggiungere la più vicina isola di Gogoshima, solo quindici minuti di viaggio, per visitare una delle spiagge più isolate e difficili da raggiungere. Un’isola molto bella, verde e poco popolata. Ho raggiunto l’isola di Nakajima, la più grande dell’arcipelago delle isole Kutsuna, a mezz’ora di traghetto veloce sempre dal porto di Takahamako. Mi ha regalato emozioni uniche e ho conosciuto persone meravigliose che mi hanno fatto visitare tutta la magia dell’isola. Il mare blu e le spiagge bianche si scontrano con le colline verdi, ricche di coltivazioni di arance e di tè verde. I suoi paesaggi sono da mozzare il fiato e sembra di essere in un’altra dimensione, dove il tempo non scorre mai.

L’isola più complicata da raggiungere è stata Aoyama, conosciuta come “l’isola dei gatti”. Ho dovuto prendere un treno diretto al piccolo porticciolo di Iyo Nagahama, circa un’ora di viaggio, poi un traghetto per quaranta minuti di traversata. Il viaggio è un pò complicato, soprattutto perché quando si arriva al porto non si può sapere con certezza se la barca partirà, poichè tutto dipende dalle condizioni del mare. Inoltre il traghetto fa solo due viaggi, uno la mattina e uno il primo pomeriggio, rimane sull’isola per un’ora e poi torna indietro. Per chi è appassionato di gatti ne vale la pena, quando si arriva si incontrano davvero tantissimi esemplari, che rendono particolare l’approdo del traghetto. L’isola è molto caratteristica, perché è abitata solo da cinquanta persone e più di cento gatti. Ci sono case disabitate e fatiscenti, ma nel complesso si integrano benissimo nel paesaggio.

La successiva meta è stata Kochi sulla costa dell’Oceano Pacifico, città natale del famosissimo samurai Ryoma Sakamoto e delle balene. Ho raggiunto Kochi cambiando due treni da Matsuyama, ci ho impiegato circa due ore e mezza. L’hotel nel quale ho soggiornato si chiama Green hotel, è in una posizione comodissima per chi viaggia in treno, poiché è a soli dieci minuti di camminata dalla stazione. Ho visitato la spiaggia di Katsurahama con una bellissima vista sull’Oceano; il castello, che offre uno spettacolare panorama della città, anche se l’ho visitato nei giorni in cui si è abbattuto un tifone. L’esperienza più bella e forte è stata il “whale watching”. Anche questa volta arrivare all’imbarcazione non è stato così semplice, ho dovuto prendere un autobus dalla stazione di Kochi, circa un’ora di viaggio per raggiungere il porto e imbarcarmi su una piccola barca. La crociera è durata in tutto cinque ore, perché il punto per avvistare le balene è molto distante dalla costa. E’ stata un’esperienza meravigliosa e irripetibile, vedere i delfini che saltavano in gruppo felici e liberi, essere circondati dalle balene, più grandi del triplo della barca, che pacifiche si immergevano nel loro ambiente naturale. Anche Kochi mi ha regalato emozioni e meraviglie ed è stato difficile lasciarla.

Sono partita alla volta di Tokushima, cambiando due treni da Kochi, per circa due ore totali di viaggio. L’hotel Avanti è stato il peggiore a livello di comodità della camera, ma il proprietario è un simpatico signore giapponese e la mattina hai una vera e propria colazione gratuita con: caffè, succo d’arancia, due panini dolci con il burro, un uovo sodo e ovviamente il caffè. Tokushima a prima vista mi è parsa la città più trascurata, anche se comunque molto bella. Ho raggiunto Naruto per fare una gita in giornata, prendendo un treno e un autobus per un totale di quasi due ore di viaggio. Ne è valsa la pena, però, per vedere un bellissimo spettacolo, quello dei vortici di Naruto, anche se l’orario non ha offerto lo spettacolo migliore, è comunque stato uno strano fenomeno da vedere. Sono salita con una funivia sul monte Bizan proprio dietro il mio albergo e da lì ho potuto assistere ad un panorama meraviglioso, che si estendeva fino al mare. Ho danzato l’Awa Odori con danzatori professionisti, la danza tipica della regione e della città, e ho riposato sulla riva del fiume.

Tokushima è stata l’ultima città che ho visitato nello Shikoku, perché da lì ho preso tre treni per tornare a Tokyo e rimanere una settimana. Tokyo è la mia metropoli preferita, è eclettica e moderna, ma al tempo stesso ricca di tradizione.

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Kochi, città di samurai e… balene

La mia penultima tappa nello Shikoku è stata Kochi, la città nativa del famoso samurai Ryoma Sakamoto. Appena arrivata in stazione, tre enormi statue rappresentanti samurai mi hanno dato il benvenuto. Il tifone stava arrivando e io ero un po’ spaventata in effetti, non sapendo come fosse realmente un vero tifone. Ero lontana dal mare quindi non avrebbe dovuto preoccuparmi più di tanto! Mi dispiaceva solamente non poter andare a fare whale watching, motivo per cui ho raggiunto Kochi. A circa dieci minuti dalla stazione ho trovato il mio hotel… Green hotel, la camera non era poi così piccola, la moquette non mi piace molto, ma a quanto pare qui è presente in ogni albergo. Ho avuto caffè e tè gratuiti tutti i giorni, la posizione è davvero comoda per prendere ogni sorta di mezzo pubblico. Lasciato i bagagli in hotel sono tornata alla stazione per vedere di prenotare il giro in barca l’indomani, visto che il tifone era previsto per domenica. Purtroppo però, era tardi e l’ufficio aveva già chiuso, così mi hanno detto di tornare il giorno dopo per avere notizie a riguardo.

La mattina seguente sono corsa in stazione all’ufficio del turismo, ma avevano cancellato il whale watching per la domenica, così mi hanno detto di tornare per sapere se il lunedì avrebbero riaperto. Ho deciso di andare in spiaggia, più precisamente nella spiaggia di Katsurahama visto che era una bella giornata e prima che arrivasse il tifone. Arrivata alla spiaggia finalmente ecco davanti ai miei occhi l’oceano Pacifico, un’immensa distesa celeste. Anche quì lo scenario è stato da mozzare il fiato ovviamente, come in ogni posto che ho visitato fino ad ora. La spiaggia è grande, solo che non essendo balneabile ci sono delle guardie che ogni qualvolta qualcuno si avvicina troppo alla riva, con il megafono viene richiamano. In effetti è stato molto divertente e ovviamente hanno richiamato anche me! Sono salita su un piccolo promontorio per vedere meglio il mare e l’orizzonte, stupendo davvero. Sono rimasta tre ore sulla spiaggia a riposare un all’ombra, con il vento che mi soffiava sulla pelle, ascoltando musica. Poi sono tornata sul pullman e mi sono fermata per un’oretta all’osservatorio sempre per ammirare gli scenari fantastici che mi si proponevano davanti agli occhi.

Il giorno dopo, la domenica, ho cercato ancora di prenotare la crociera, ma niente. Diluviava e ovviamente anche il lunedì sarebbe stato brutto. Sono andata a visitare il castello e, in un momento di sole prima che tornasse la pioggia a dirotto, ho trovato il mio paradiso. Un angolino nascosto all’interno del parco del castello, ho scavalcato la bassa recinzione e mi sono trovata davanti ad un burrone, ma la vista era davvero magnifica. Mi sono sentita Lara Croft in Tomb Rider, ho scattato una foto che sembra esattamente un frammento del videogioco. Ovviamente non potevo non danzare, finchè non ha ricominciato a piovere. Mi sono diretta verso l’uscita e mi sono completamente bagnata. Alla fine il tifone altro non è che un forte monsone, non mi sono stupita più di tanto perché in Thailandia sono solita vedere certa pioggia. La giornata l’ho terminata nella galleria dello shopping, non per comprare, ma perché coperta e con comode panchine al centro.

Il lunedì, in effetti, c’è stata ancora pioggia e così mi sono diretta con l’ultima speranza verso la stazione per chiedere se l’indomani avrei potuto effettuare il whale watching, anche se avrei dovuto partire non avevo orari e il treno per Tokushima alla fine era solo di due ore. Così ho preso prima i biglietti del treno e mi sono informata riguardo agli orari e poi, speranzosa, sono andata all’ufficio informazioni. Ormai mi conoscevano tutti e finalmente il martedì avrebbero fatto la crociera. Wow, mai darsi per vinti. In effetti ho dovuto svegliarmi all’alba, fare il check out alle sei del mattino, lasciare i bagagli all’albergo e raggiungere il terminal dei pullman in stazione. Per arrivare al porto ci sarebbe voluta un’ora e la barca sarebbe partita alle otto, per stare ben cinque ore in mare. Ovviamente ho fatto fatica a capire quale bus prendere perché tutte le fermate erano scritte in giapponese e, anche se ho chiesto all’autista e mi ha detto che era giusto, sono stata in ansia tutto il tempo per paura di aver sbagliato. Alle sette e cinquanta si è fermato al porto, non ci potevo credere ce la stavo facendo anche questa volta. Sono corsa verso il piccolo porticciolo e ho raggiunto la barca, ho pagato 6000 yen (circa 50 €) e sono  salita. Mi immaginavo una barca un po’ più grande, ma era piccola e ho capito che sarebbe stato un viaggio turbolento. Così è stato, anche se l’oceano sembrava calmo c’erano un sacco di onde che facevano muovere la barca e farci saltare sui sedili. Per fortuna ero all’aperto, perché mi avrebbe dato fastidio stare all’interno se la barca si muove troppo. Dopo un’ora e mezza di navigazione ci siamo fermati in un punto dove branchi di delfini nuotavano felici ed è stata un’emozione forte, ho quasi sempre visto i delfini in cattività, chiusi in piscine per fare spettacoli e far divertire noi stupidi umani, ma lì erano liberi nel loro habitat naturale. Mi sono resa conto di quanto fosse bella la natura e il mondo del mare. Mi ha sempre affascinato e al tempo stesso fatto paura, ho sognato tante volte di essere la sirenetta e di vivere in fondo al mare. Ho sempre creduto che al di sotto della distesa blu ci sia un mondo nascosto ancora sconosciuto, che vuole rimanere segreto. Abbiamo navigato ancora un pò prima di avvistare una balena, è passata proprio vicino alla barca e misurava il doppio. E’ stato surreale, sono esseri meravigliosi e pacifici, vederla dal vivo è un’esperienza davvero unica. La sua maestosità e la leggerezza con la quale solca l’acqua è da non credere. Mi veniva quasi da piangere perché non avrei potuto andare via da Kochi senza aver avuto la possibilità di incontrare queste meravigliose creature marine. Quando siamo tornati indietro mi è venuta un pò di malinconia, era già finito… avrei voluto buttarmi in acqua e vivere con loro.

Tornata verso l’albergo ho preso i miei bagagli e sono andata in stazione per prendere il treno per Tokushima, anche se ero davvero stravolta per i viaggi non mi importava perché avevo vissuto per l’ennesima volta un’esperienza fantastica e irripetibile ed ero davvero felice di aver raggiunto l’obiettivo anche questa volta!