Back to Thailand: il Parco Nazionale di Khao Sam Roi Yot

Anche se sono già passate due settimane dal mio rientro in Italia, voglio raccontare il mio ultimo viaggio nella terra dei miei sogni, la Thailandia. Nonostante ci sia stata un’infinità di volte non riesco a smettere, è come una droga, è come l’aria, se mancasse non riuscirei più a respirare!

Eccomi a Prachuap Kiri Khan, anche se non è un posto nuovo, è la mia città preferita: tranquillità, spiagge bianche e deserte, parchi nazionali e tanta tanta natura.

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Trascorro qualche giorno in spiaggia, trovando anche, per mia sorpresa, un palo per allenarmi, dato che pratico la pole dance – in realtà non è propriamente  da pole, ma è un palo cementato in uno pneumatico per reggere la rete del beach volley -. Certo lo sfondo è meraviglioso: spiaggia bianca, mare, sole e palme… Cosa volere di più?

Dopo il riposo è giunta l’ora di stare a contatto con la natura, sono partita per la volta di uno dei più grandi parchi nazionali della Thailandia il Khao Sam Roi Yot. Un immenso parco a ridosso della costa con spiagge paradisiache, grotte calcaree, canali e passeggiate nella natura. Arrivo al quartier generale e chiedo subito la mappa e i biglietti d’ingresso, che costano circa 5 euro a persona, faccio qualche foto alle scimmie che stanno saltando sugli alberi e mi dirigo alla prima tappa: il Khao Dang Viewpoint. La salita è di circa 380 metri e il caldo è soffocante, la giornata è splendida e soleggiata, ma per fortuna gli alberi fanno la giusta ombra e alla fine non sembra poi così faticoso. Il sentiero è roccioso e ci sono dei punti dove ci si può aiutare con una corda per la ripidità, ma tutto sommato è ben tenuto e non è pericoloso. Quando sento di non avere più le forze penso sempre: “all’arrivo sarò ripagata per la fatica!” Infatti, come ogni volta, ecco la mia ricompensa: sole, vento e una vista mozzafiato. Mi siedo sul punto più alto senza protezioni, con la mia macchina fotografica, ogni scatto è un momento, un’immagine che non vedrò più e che quindi è meglio immortalare per sempre. Mi sento in capo al mondo anche se non sono sull’Everest, ma per me è comunque una vetta meravigliosa raggiunta. Un signore thailandese appena arrivato in cima mi domanda :”Da dove vieni?”, “dall’Italia” rispondo io, “Avrete tante montagne molto più alte là e la neve” “Sì è vero, abbiamo tante montagne e la neve”. All’improvviso realizzo che in effetti il mio paese è bellissimo, l’Italia ha le montagne, il mare, le isole è un piccolo paradiso naturale che a volte mi rendo conto di non apprezzare abbastanza. Finito di scattare e di godermi il panorama, ricomincio la discesa verso la prossima tappa.

Davanti a me il mare e dietro la foresta, sto per raggiungere la Sai Cave, una grotta calcarea che, a guardare le immagini sembra molto bella. La signora di un baracchino prima della salita mi chiede se ho la torcia e le faccio vedere quella incorporata nel cellulare, lei mi dà l’ok e io inizio la salita di 280 metri bella ripida e impegnativa, per via delle rocce. Mi sembra interminabile, mentre salgo sento i quadricipiti che bruciano, posso immaginare persone che non praticano assiduamente sport; forse è per quello che sul cartello in inglese c’è scritto che la salita è difficile e si richiedono abilità basiche di scalata! Voglio raggiungere in fretta la grotta, non vedo l’ora di vederla, ed ecco che dopo venti minuti spunta un’entrata e un buco nella roccia in alto, dove una forte luce penetra e rende le piante ancora più verdi. Più avanti ci sono due scale di legno e il buio inizia a diventare più intenso, ma non appena accendo la luce del cellulare ecco che appaiono sotto i miei occhi pareti cristalline, sembrano cascate di brillanti e le stalattiti e le stalagmiti che fanno da contorno; poi l’ingresso meraviglioso di una stanza che sembra un regno, il regno delle fate. Le grotte mi hanno sempre affascinato, perchè sono misteriose, sono abitate da animali che solitamente non vediamo alla luce del sole e qualche volta sono anche difficili da esplorare. Quando esco mi accorgo di uno splendido scorcio di mare tra il fitto fogliame della foresta e anche questa volta la fatica è stata sopraffatta dalla bellezza; vedo anche un enorme ragno a riposo nella sua grande ragnatela, non mi spaventa, piuttosto la natura mi stupisce ancora una volta.

E’ la volta del giro dei canali che sfociano nel mare, mentre aspetto che la mia barca rientri nel piccolo porticciolo, guardo le scimmie che mangiano ghiande nel fogliame e i due splendidi templi immersi nella foresta, uno scenario davvero notevole. Salgo in barca e inizia un giro tra mangrovie – che sembrano gli alberi viventi del “Signore degli anelli”-, scorci di villaggi di pescatori e paesaggi che sembrano appartenere a paesi del nord Europa; il canale alla fine sfocia nel mare e noi facciamo inversione e torniamo verso il porto.

Soddisfatta anche di questa escursione sono pronta a tornare nel mio bungalow e godermi i ricordi di una bellissima giornata.

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Kyoto and Arashiyama… The most representative pictures

Kyoto and Arashiyama, two amazing places, where traditions and nature are mixed together in perfect harmony.

Il mio viaggio, dalla Thailandia al Giappone

Quest’estate ho vissuto un’esperienza davvero unica, frequentando un corso d’inglese in Thailandia e viaggiando da sola, zaino in spalla, per il Giappone. Ho vissuto tutto intensamente e ho imparato molto dalla gente e dai magnifici luoghi che ho visitato. Ho condiviso momenti divertenti nel campus dell’International House a Chiang Mai con molte persone provenienti da tutto il mondo, che mi rimarranno per sempre nel cuore. Ho conosciuto gente splendida e generosa sull’isola di Nakajima, nello stretto del mare di Seto e ho incontrato vecchi amici a Tokyo. E’ stato un viaggio diverso dagli altri fatti in precedenza, ma che mi ha fatto guadagnare tanta stima per me stessa e mi ha fatto capire quanto belle siano le persone, gli animali e la natura!

Sono partita dall’Italia, da Milano Malpensa, con Ethiad Airways, facendo scalo ad Abu Dhabi e giungendo a Bangkok. Ho preso poi un volo di circa un’ora della Bangkok Airways diretto a Chiang Mai. Ho soggiornato per sette settimane nel campus dell’International House, in una nuovissima struttura con camere comode e spaziose e con un’ enorme piscina rigenerante nelle torbide giornate monsoniche. Finiti i miei studi, sono volata a Bangkok e ho preso una macchina a noleggio per raggiungere Prachuap Kiri Khan, una tranquilla cittadina sulla costa tailandese, a quattrocento chilometri da Bangkok. Sono rimasta per una settimana in un resort molto confortevole, in un bungalow vicino alla spiaggia con una piccola piscina e delle fiabesche altalene su un piccolo promontorio sul mare. Sono poi andata a Bangkok per concludere i miei due mesi di visto tailandese e per respirare un po’ l’aria della città affollata e trafficata, prima di ripartire per il Giappone.

Il ventiquattro agosto ho preso il taxi per andare all’aeroporto di Suvarnabumi, a un’orario improbabile, ovvero alle tre e trenta della mattina. Alle sei il volo della Delta Airlines è partito puntuale per Tokyo Narita, un viaggio abbastanza turbolento di sei ore. Atterrata a Narita sono andata immediatamente a chiedere come potevo raggiungere Kyoto in treno entro sera. Mi hanno venduto un biglietto per la stazione di Nippori, da lì ho dovuto prendere un treno della Yamanote Line, la linea circolare ferroviaria di Tokyo, e giungere alla stazione centrale di Tokyo. Ho comprato un biglietto per lo Shinkansen Nozomi, il treno veloce, che mi ha portata a Kyoto in circa due ore. Ho soggiornato presso l’Apa hotel nella zona Gion per tre giorni. Ho visitato la città di Arashiyama, raggiungibile da Kyoto prendendo un treno della Keifuku line alla stazione di Omiya, in centro Kyoto. Arashiyama è una città meravigliosa per il suo parco, gli splendidi paesaggi, la foresta di bamboo e il parco dei macachi. Kyoto è una città estremamente interessante e si possono davvero vedere tantissime cose: dai moderni portici di Nishiki Market e Teramachi street, ai favolosi templi, al quartiere di Gion, dove le Geishe e le Maiko escono verso le sei di sera per andare al lavoro e le strade dove passano vengono avvolte da un’aura misteriosa e surreale. Il fiume su cui il sole ogni sera si siede e diventa rosso e colora tutto di arancio e le colline intorno che rendono il paesaggio meraviglioso.

Da Kyoto ho preso un Nozomi diretto ad Okayama, l’unica città dalla quale si può prendere un treno diretto per raggiungere l’isola dello Shikoku. Ho soggiornato due notti all’hotel Maira molto confortevole, con bevande gratuite tutto il giorno e una piccola colazione la mattina. Ho visitato il castello e i giardini incantati di Korakuen, ho raggiunto con un treno Kurashiki, una piccola città a venti minuti di treno da Okayama. Una cittadina mercantile che conserva ancora lo stile dell’epoca Meiji, con i suoi canali che scorrono al centro, potrebbe ricordare la lontana Venezia. I salici piangenti che posano le loro foglie sull’acqua e gli edifici bianchi e neri tutti intorno. Davvero molto caratteristica e da vedere, ho respirato un’atmosfera d’altri tempi e mi sono immersa in un’ epoca antica.

Con un viaggio in treno di circa due ore e mezza da Okayama, ho raggiunto Matsuyama, la prima città dello Shikoku e anche la più grande della regione. Ho soggiornato in un altro Apa hotel, situato in una posizione davvero bella e comoda. A Matsuyama ho visitato il castello, ho assistito ad incredibili tramonti sul mare e ho visitato isole magiche. Ho preso un traghetto al porto di Takahamako per raggiungere la più vicina isola di Gogoshima, solo quindici minuti di viaggio, per visitare una delle spiagge più isolate e difficili da raggiungere. Un’isola molto bella, verde e poco popolata. Ho raggiunto l’isola di Nakajima, la più grande dell’arcipelago delle isole Kutsuna, a mezz’ora di traghetto veloce sempre dal porto di Takahamako. Mi ha regalato emozioni uniche e ho conosciuto persone meravigliose che mi hanno fatto visitare tutta la magia dell’isola. Il mare blu e le spiagge bianche si scontrano con le colline verdi, ricche di coltivazioni di arance e di tè verde. I suoi paesaggi sono da mozzare il fiato e sembra di essere in un’altra dimensione, dove il tempo non scorre mai.

L’isola più complicata da raggiungere è stata Aoyama, conosciuta come “l’isola dei gatti”. Ho dovuto prendere un treno diretto al piccolo porticciolo di Iyo Nagahama, circa un’ora di viaggio, poi un traghetto per quaranta minuti di traversata. Il viaggio è un pò complicato, soprattutto perché quando si arriva al porto non si può sapere con certezza se la barca partirà, poichè tutto dipende dalle condizioni del mare. Inoltre il traghetto fa solo due viaggi, uno la mattina e uno il primo pomeriggio, rimane sull’isola per un’ora e poi torna indietro. Per chi è appassionato di gatti ne vale la pena, quando si arriva si incontrano davvero tantissimi esemplari, che rendono particolare l’approdo del traghetto. L’isola è molto caratteristica, perché è abitata solo da cinquanta persone e più di cento gatti. Ci sono case disabitate e fatiscenti, ma nel complesso si integrano benissimo nel paesaggio.

La successiva meta è stata Kochi sulla costa dell’Oceano Pacifico, città natale del famosissimo samurai Ryoma Sakamoto e delle balene. Ho raggiunto Kochi cambiando due treni da Matsuyama, ci ho impiegato circa due ore e mezza. L’hotel nel quale ho soggiornato si chiama Green hotel, è in una posizione comodissima per chi viaggia in treno, poiché è a soli dieci minuti di camminata dalla stazione. Ho visitato la spiaggia di Katsurahama con una bellissima vista sull’Oceano; il castello, che offre uno spettacolare panorama della città, anche se l’ho visitato nei giorni in cui si è abbattuto un tifone. L’esperienza più bella e forte è stata il “whale watching”. Anche questa volta arrivare all’imbarcazione non è stato così semplice, ho dovuto prendere un autobus dalla stazione di Kochi, circa un’ora di viaggio per raggiungere il porto e imbarcarmi su una piccola barca. La crociera è durata in tutto cinque ore, perché il punto per avvistare le balene è molto distante dalla costa. E’ stata un’esperienza meravigliosa e irripetibile, vedere i delfini che saltavano in gruppo felici e liberi, essere circondati dalle balene, più grandi del triplo della barca, che pacifiche si immergevano nel loro ambiente naturale. Anche Kochi mi ha regalato emozioni e meraviglie ed è stato difficile lasciarla.

Sono partita alla volta di Tokushima, cambiando due treni da Kochi, per circa due ore totali di viaggio. L’hotel Avanti è stato il peggiore a livello di comodità della camera, ma il proprietario è un simpatico signore giapponese e la mattina hai una vera e propria colazione gratuita con: caffè, succo d’arancia, due panini dolci con il burro, un uovo sodo e ovviamente il caffè. Tokushima a prima vista mi è parsa la città più trascurata, anche se comunque molto bella. Ho raggiunto Naruto per fare una gita in giornata, prendendo un treno e un autobus per un totale di quasi due ore di viaggio. Ne è valsa la pena, però, per vedere un bellissimo spettacolo, quello dei vortici di Naruto, anche se l’orario non ha offerto lo spettacolo migliore, è comunque stato uno strano fenomeno da vedere. Sono salita con una funivia sul monte Bizan proprio dietro il mio albergo e da lì ho potuto assistere ad un panorama meraviglioso, che si estendeva fino al mare. Ho danzato l’Awa Odori con danzatori professionisti, la danza tipica della regione e della città, e ho riposato sulla riva del fiume.

Tokushima è stata l’ultima città che ho visitato nello Shikoku, perché da lì ho preso tre treni per tornare a Tokyo e rimanere una settimana. Tokyo è la mia metropoli preferita, è eclettica e moderna, ma al tempo stesso ricca di tradizione.

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From Thailand to Japan… the beginning of my travel all alone

I left Thailand after spending six days in Prachuap Kiri Khan, which is a quiet city on the coast – about 400 km from Bangkok – and three in Bangkok. I felt the difference from Chiang Mai, but I enjoyed the peaceful life by the sea and I could appreciate the busy life in Bangkok.

I went to Japan in the last week of August, and started my real travel all alone. I reached Kyoto directly from Narita airport, after a six hour flight from Bangkok. I was so excited to start my new adventures, even though I was quite scared too. I’ve always known that taking trains is hard, especially in the big train stations like Tokyo or Kyoto, but I did it.

I was in Kyoto for three wonderful days. I know that it’s a short time, but I’d already been there twice, so I’d almost seen everything all you need to see. Last time I was been there, I wore like a Maiko and I enjoyed becoming another creature just for one day. I didn’t feel myself when they started to whiten my face and made me up. I chose a Kimono and an Obi belt, and then did a photo shoot in the garden. It was an amazing experience and stunning sensation.

Anyway, I found a city that I’d never been to, called Arashiyama. The city is famous for its bamboo forest, and I really wanted to see it, because I could imagine the amazing atmosphere I could feel there. I went to Arashiyama by taking a Keifuku local train from Omiya station, which cost only 210 yen (about 1,80 €). I started to walk around the little city and in the park, finding the famous bamboo path. It was extremely hot and I needed to sit down often, just drinking and taking a breath. When I reached the path I felt as though I’d turned up in an ancient and imaginary world, where everything was colored by the intensive green of the bamboo, and the sun on the top shyly sinking. The atmosphere was unreal, even though there were a lot of people walking through. I closed my eyes and imagined being the hero of the “House of flying daggers”, beautiful and brave. When I stopped my imagination, I followed the path. At the end I visited the Tenryuji temple with its beautiful garden, where I walked around the trees and the little river, and everything was perfect. I reached the station, because I wanted to go back to Kyoto, and I was very tired and overheated. I’d eaten a green tea ice-cream and I’d regenerated myself, so I decided to go to the monkey park. I wanted to see the macaques in their natural habitat, even though I knew it would be hard to walk into the mountain in 40° heat. I started my climb with a fan, which was given with the ticket, and a bottle of water. At the beginning I thought I couldn’t do it, but then the desire to be in contact with the amazing animals gave me the strength to go on. When I reached the top of the hill, I started to see a lot of big macaques, who ran around me. It was so fun, even though it was a bit dangerous, because the monkeys were extremely spiteful and you had to pay attention to all your stuff. There were a lot of guardians to protect people, but the animals were free to move where they wanted. I saw a big macaque diving into the water, a lot of baby monkeys suckled by their moms and most of them groomed each others. I stood in front of all of them and I was completely fascinated by nature. The view up there was amazing – you could see all the city of Arashiyama till Kyoto. I took a lot of pictures, before going back to the station. The descent was easier, also because I was so satisfied and happy with what I’d just seen.

The last day in Kyoto I spent time in a cat cafe and in an owl cafe. I love being together with animals. Of course, the owl cafe isn’t the best place where you can see the birds, because owls are night animals and they have to live in the forest, free to fly and hunt. I know that, but I really like owls and I really wanted to see them, even though I don’t agree with these cafes. I visited one regular cat cafe and one Bengal cat cafe, in which there were only Bengal cats. These are an amazing breed of cats. Their fur is just like a leopard’s and they are beautiful. I cuddled one for half an hour… I love cats and I would like to have remained there longer.

I’d walked though Nishiki Market, which is a street full of delicious food shops, and Teramachi street. I saw some real Geishas walking on the Gion area and I spent time on the river to see the fabulous sunset. Kyoto is an amazing city – so traditional, but also so modern. Spending time there, even though only for few days, is regenerative, because you are in a city, but you are surrounded by nature and historical places.

I left Kyoto to reach Okayama, before going to the island of Shikoku. I’d arrived in the afternoon and I’d immediately gone to see the caste. It is small, but the architecture is stunning, and it has some parts of the roof in gold, but with a totally black exterior, earning it the nickname of Crow Castle. I then visited the Korakuen gardens, thinking to see the same boring gardens… Unexpectedly, when I entered from the main entrance I stood in another world, in the wonderland world. I felt exactly like Alice when she fell in the hole, following the white rabbit, and she went out in another reality. The view in front of me was breath-taking, a huge green meadow with many rounded white lights all over, a lot of streams and beautiful trees. I dreamed of following my personal white rabbit, talking with the Cheshire Cat, drinking tea with the Mad Hatter and running away from the Queen of Hearts… And yes,I lost my mind for few minutes. I went back to the hotel, where I found myself again. The hotel Maira is a very nice and cheap one, and they offer some sweet bread every morning till 9.00 a.m., all day free hot and cold drinks and a free massage chair in the hall. The room is basic, but clean and bright.

The day after I’d been to Kurashiki city, which was recommended by my Japanese friend. I spent twenty minutes by train from Okayama station to reach the city, and the most interesting place to visit is the Bikan historical area, which is the old merchant quarter. It contains many fine examples of 17th century wooden warehouses painted white with traditional black tiles, along a canal framed with weeping willows and filled with koi. The area has no electric poles in order to make it more closely resemble the look of the Meiji period. It seems to live in another century, and there’s a magical atmosphere all around. I walked through the shopping street, where I saw some interesting dress shops and a cos player’s photo shooting. I went back to the hotel, spending my last night in Okayama.

Okayama was my last city on the mainland. After that, I took a direct train to Matsuyama, where my travel around the island of Shikoku started.

Kyoto e Arashiyama… natura, tradizione e incanto

Kyoto la città della tradizione, delle Geishe, dei templi e del bamboo in sostanza una città meravigliosa. E’ la terza volta che ci torno e  vado sempre alla ricerca di cose nuove da vedere, certo due giorni sono proprio pochi, ma visto che non è la prima volta sono sufficienti. La città è grande ma io l’ho sempre girata a piedi, facendo delle belle e lunghissime camminate. A parte il gran caldo afoso dei mesi estivi è bello passeggiare per le strade e vedere ogni minimo particolare che ti circonda. Ogni tanto è giusto entrare in qualche locale o in un negozio per potersi rigenerare… o prendersi un raffreddore perchè l’aria condizionata è forte e il contrasto con l’esterno è davvero notevole.

Il primo giorno non ho voluto fare niente di speciale e sono rimasta nella zona del mio hotel, Gion il quartiere delle Geishe. Adoro questa zona perchè si respira l’antica tradizione e si percepisce il vero Giappone. Due anni fa quando ci sono venuta mi sono anche vestita da Geisha. E’ costato parecchio, ma ne è valsa la pena vedermi per una volta nella vita come una creatura irreale, quasi proveniente da un altro mondo. Sì, perchè quando ti truccano piano piano ti trasformi e diventi un’altra persona, tutto si trasforma e diventa surreale. Il tuo viso completamente bianco è irriconoscibile ed è davvero strano. Ti ridisegnano le sopracciglia di rosso, ti colorano le labbra di rosso acceso e poi i capelli… ti passano una cera per renderli compatti per poi coprirli con una pesante parrucca nera adornata a tua scelta. Poi ovviamente si passa alla vestizione, la scelta del chimono e dell’obi è ardua perchè  ci sono tantissimi colori e fantasie. I kimoni veri sono bellissimi, i tessuti preziosi e pesanti, ricordo perfettamente che quando mi hanno tirato le varie cinture no ho respirato per qualche secondo, è davvero una sensazione sgradevole ma passa dopo poco. Quando diventi la creatura che non avresti mai pensato di diventare si passa allo shooting con vari oggetti tipici, ombrello in carta di riso e ventaglio. Non si possono mostrare i denti perchè la tradizione non lo ammette, bisogna solo accennare un sorriso e inclinare la testa leggermente. E’ stata un’esperienza che terrò nel mio cuore tutta la vita proprio per la sua stranezza. Ma tornando a questa volta non ho fatto niente di tutto ciò, mi sono dedicata alla natura!

Ho visitato un Neko cafè, ovvero il caffè con i gatti i miei esseri preferiti, li amo tantissimo. Ho girato un sacco di tempo per trovarlo perchè come al solito le indicazioni non sono molto chiare e quindi ho chiesto in giro e con molta fatica alla fine l’ho trovato. Sono entrata in questo piccolo locale dopo essermi lavata e disinfettata le mani e tolta le scarpe, ho lasciato negli appositi armadietti la mia borsa e ho ordinato un tè verde. Mi sono seduta e ho iniziato ad accarezzare una splendida signorina rossa. La cosa strana, che io al mio gatto non ho mai provato a fare, è che gli devi dare delle pacche sul sedere, li rilassa e si siedono volentieri a farsi accarezzare. Proverò quando torno a casa a farlo al mio Ade, se non mi graffia istantaneamente vuol dire che funziona! Sono rimasta un’ora e poi mi sono incamminata per le strade di Kyoto. Ho mangiato una zuppa di ramen in un delizioso e alquanto antico ristorante, con tè e acqua gratuiti come d’usanza. Quando sono uscita ho incrociato il quartiere di Kawaramachi, dei lunghi portici pieni di negozi e cianfrusaglie… Il mio paradiso direi! Non ho comprato niente però, pensando al mio zaino strapieno e pesante. Ho incrociato l’owls zoo (lo “zoo” dei gufi) e il bengal forest (ovvero un locale pieno di gatti del bengala, il primo al mondo a tenere questa razza). I gatti del bengala sono animali di una straordinaria bellezza con il manto simile ad un leopardo e sono anche abbastanza docili; beh si paga 600 Yen (circa 5 €) per sedersi per terra prendere un gatto e coccolarlo per mezz’ora e se sei fortunato a volte potrebbe avvicinarsi un secondo. Bisogna quindi essere dei veri appassionati altrimenti evitate di buttare via 5 €. Io amo i gatti e per me è stato un piacere avere una signorina da coccolare e accarezzare, con un pelo lucido e morbidissimo! Dopo la foresta del bengala è stata la volta dei gufi… Animali meravigliosamente misteriosi e stupendi (non a caso ho un gufo tatuato sulla mia gamba destra). Certo non è bello vederli in un ambiente chiuso perchè sono animali che devono volare e quindi ci sono molte critiche riguardo a questi posti, però sinceramente non capita tutti i giorni di poter toccare e stare vicino a un uccello così sfuggevole e bellissimo.Il prezzo è lo stesso dei gatti, ma si può stare dentro quanto si vuole, anche se una volta finito il giro e visto tutti i gufi non c’è molto da fare.

La giornata è giunta al termine, mi sono incamminata verso l’hotel e ho incrociato la via delle Geishe. Da un taxi, come per magia, ecco che scendono due creature astrali bianche ed eteree così sfuggevoli a questo mondo reale. Purtroppo non avevo il cellulare pronto sono riuscita solo a scattare una foto dal dietro, è comunque una soddisfazione averle viste ancora una volta.

Il giorno seguente ho deciso di andare ad Arashiyama, una cittadina a quindici minuti di treno da Kyoto. Ne avevo sentito parlare perché c’è la famosa foresta di bamboo e il parco dei macachi, ma non ci ero mai stata. Così ho preso un pullman fino alla stazione di Omiya e un treno della linea Keifuku diretto, a soli 210 Yen (1,80 € circa). Quando sono arrivata ho realizzato subito che la città doveva essere molto bella, perché già la piccola stazione era affascinante. Tutto intorno ai binari c’erano dei tubi trasparenti contenenti rotoli di tessuto per kimono dalle diverse fantasie. Mi sono incamminata per cercare la foresta di bamboo, sotto un sole caldissimo e un umidità altissima. Io amo il caldo, ma quando è esagerato dà un po’ fastidio, lo devo ammettere. Ho raggiunto un parco e, ovviamente, la strada tutta in salita, ma ne è valsa la pena perché ho potuto respirare aria pura senza inquinamento e stare a contatto con la natura. Ho camminato per circa un ora prima di raggiungere la foresta, solo perché mi sono persa! Quando sono arrivata ovviamente non ero l’unica, tanti turisti stavano percorrendo il sentiero attorniato da alte e verdi canne di bamboo. Purtroppo per la tanta gente l’atmosfera è un  po’ rovinata, ma ammetto che è davvero bello e se per un istante chiudi gli occhi ti senti veramente trasportato in una dimensione magica, nell’epoca degli imperatori e dei samurai. Insomma un’esperienza bellissima in quanto io riesco sempre a scappare dalla realtà e a rifugiarmi in mondi fantastici!

Ho visitato i giardini del tempio Tenryuji bellissimi e patrimonio dell’Unesco, anche se credo che in primavera o autunno siano molto migliori. Mi sono poi incamminata per la volta della stazione, volevo fermamente tornare indietro perché dopo la lunga camminata e il caldo soffocante non vedevo soluzione. Mi sono seduta a mangiare un gelato al tè verde e di colpo ho riottenuto le forze, così ho chiesto informazioni e mi sono diretta verso il Monkey Park Iwatayama, un parco dove vivono i macachi. Durante la calda estate giapponese bisogna essere intrepidi a iniziare il cammino verso il parco, ci vuole circa mezz’ora di camminata in salita per raggiungere lo spiazzo con le scimmie. Solo con il mio gelato nello stomaco non avrei pensato di potercela fare, così ho comprato una bevanda energetica e mi sono incamminata. Dopo le prime salite, che sono state ardue, mi sono abituata alla fatica e per fortuna, essendo in un bosco, gli alberi hanno nascosto il sole dunque ho camminato all’ombra. Quando ho raggiunto la cima non potevo crederci e hanno iniziato a sfrecciarmi vicine delle grosse scimmie pelose! Io adoro gli animali sono così simpatici. Non si possono ovviamente toccare e ci sono tanti guardiani a proteggere sia le persone perché si sa che le scimmie sono imprevedibili e dispettose. Ho scattato tante foto e la cosa più bella è stata vedere i piccoli attaccati alle loro mamme, così teneri. Inoltre c’è una bellissima veduta della città.

Dopo tante foto incredibili, ho deciso di ritornare a Kyoto soddisfatta e distrutta. Ho passeggiato ancora per le vie e poi sono tornata in albergo a preparare lo zaino e riposare per l’indomani… giornata di viaggio e alla scoperta di una nuova meta… Okayama.

Kyoto mi ha lasciata come sempre affascinata dalla sua bellezza. Credo sia una delle poche città evolute e moderne a trattenere la tradizione, in un paese dove la passione per l’occidente e per l’evoluzione tecnologica stanno prevalendo. La realtà di Kyoto è quasi extra terrena per come la vivo io e se si ascolta bene si viene trascinati in un tempo antico dove le Geishe erano delle guerriere. Mi piace pensarla così e immedesimarmi in una di loro, invincibile e bellissima!