Okayama e Kurashiki tra magia e meraviglie

Il momento di lasciare anche Kyoto è arrivato ed eccomi a cercare il treno per Okayama nella stazione centrale, fortunatamente è più piccola di quella di Tokyo ed è stato più semplice riuscire a salire sul Nozomi. Il viaggio è durato circa un ora e, arrivata a destinazione, delle gentili persone si sono subito adoperate per farmi prendere la strada giusta verso il mio hotel. Circa dieci minuti a piedi, in teoria sono pochissimi, ma il mio pesante bagaglio me li ha fatti pesare tantissimo! Viaggiare da soli è fantastico, però è anche molto faticoso, si deve contare solo sulle proprie forze e, ovviamente, non ci si può distrarre un attimo. E’ molto stancante sia a livello mentale che fisico, ma alla fine l’esperienza e le sensazioni che lasciano sono impagabili!

Sono entrata nella hall dell’hotel e ho lasciato i bagagli, visto che il check in sarebbe stato dalle due del pomeriggio ed erano solo le undici. Ok… anche se volevo fare una doccia per rilassarmi dalla fatica, ho cambiato i piani e sono andata a visitare il castello. Solo venti minuti a piedi dall’hotel, ho preso la macchina fotografica e mi sono incamminata. Lungo la strada mi sono fermata a mangiare una zuppa di udon in un ristorante molto economico e caratteristico perché avevo bisogno di una ricarica. Finito di mangiare mi sono rimessa in cammino, ma qualcosa mi ha distratta della meta finale… una via piena di negozi. Mi si sono illuminati gli occhi e, ovviamente, non ho portuto che entrarci e fare una passeggiata. Ho trovato ovviamente due affari da cogliere al volo, anche se non avrei dovuto, visto il mio zaino pieno. Ho comprato una camicia bianca e uno shorts di jeans con dei ricami sulle gambe a soli 7€ in Giappone! Ho proprio il fiuto per gli affari. Dopo il mio breve shopping, soddisfatta e felice ho raggiunto il castello, ma non sono entrata a visitarlo perché non mi ispirava molto. Ho voluto invece raggiungere i giardini di Okayama Korakuen garden, non molto distanti dal castello. Sono costati 400 yen ( circa 3,50€) ma dopo che sono entrata ho capito che ne è valsa la pena. All’ingresso mi sono sentita Alice nel paese delle meraviglie alla ricerca del Bianconiglio, il verde dei prati e le lanterne tonde bianche sparse regolarmente sull’erba danno un aspetto surreale. Per me che vivo con la fantasia è stato facile catapultarmi nel mondo delle meraviglie e tutta la gente è scomparsa, ho immaginato la rincorsa verso il Bianconiglio, l’incontro con il Cappellaio Matto e ovviamente la regina di Cuori. Ok sono un pò pazza, però giuro che l’atmosfera è stata proprio quella. La perfezione dei giardini è impressionante e, anche se agosto non è la stagione migliore per la natura, rende ugualmente l’idea. Ovviamente se ci dovessi tornare in primavera o in autunno credo sia da mozzare il fiato.

Quando ho finito il giro e dopo aver mangiato un gelato al tè verde mi sono incamminata verso l’hotel. Ho finalmente fatto il check in e sono andata in camera a fare la tanto desiderata doccia… Anzi un bagno bollente per sciogliere i muscoli del collo e delle spalle contratti dal peso dello zaino. L’hotel si chiama Maira, è molto carino e pulito ed è economico per il tenore giapponese. La mattina fino alle nove si possono prendere delle merende confezionate per colazione, si hanno tutto il giorno bevande gratuite alla reception calde e fredde e qualche amenity tipo spugna per il bagno, saponette e bacchette per mangiare e anche una poltrona per i massaggi. La stanza è carina ed essenziale e non eccessivamente piccola. Insomma vivibile, è un buon affare! Il giorno dopo ho pensato di andare a Kurashiki, visto che me ne aveva parlato molto bene un’ amica giapponese. Bisogna prendere il treno e in venti minuti dalla stazione di Okayama ci si arriva. E’ una cittadina antica e di mercanti, all’epoca signorile era un porto molto attivo per il commercio del riso. Lo testimoniano ancora dei vecchi magazzini del riso che contribuiscono a dare alla città un’atmosfera d’altri tempi, oltre ai numerosi musei.

All’epoca signorile la città era particolarmente prospera, nel quartiere storico di Bikan si possono vedere ancora oggi gli antichi magazzini dalle mura bianche e le tegole dei tetti verniciate di nero allineati da entrambe le sponde del canale bordato da salici piangenti. Oggi molti di questi e delle case dei mercanti sono stati trasformati in musei e si possono visitare.

Finito il giro nel quartiere Bikan sono tornata verso la stazione, prendendo la via dello shopping. Anche qui dei portici con negozi da entrambe i lati, ma poco interessanti; mentre camminavo però ho incrociato tre ragazze vestite da manga che facevano un servizio fotografico e un’altra ragazza che veniva fotografata nelle classiche pose dei cartoni animati d’azione. Insomma molto pittoresco… Tutti questi particolari ti fanno ricordare che sei nel paese dei manga e dei personaggi dei fumetti giapponesi e, per come sono fatta io, mi fanno sentire molto meno strana! Prima di tornare verso l’hotel ho mangiato uno squisito Bibimbap (piatto unico di riso con carne, verdure, kimchi e uovo) coreano al centro commerciale. Quando sono tornata ho fatto un massaggio sulla sedia nella hall, uno forte per sciogliermi i muscoli. Sono salita con la mia cena che avevo precedentemente comprato e mi sono rilassata pensando all’indomani e al nuovo viaggio da intraprendere verso, finalmente, lo Shikoku, più precisamente Matsuyama.

Kyoto e Arashiyama… natura, tradizione e incanto

Kyoto la città della tradizione, delle Geishe, dei templi e del bamboo in sostanza una città meravigliosa. E’ la terza volta che ci torno e  vado sempre alla ricerca di cose nuove da vedere, certo due giorni sono proprio pochi, ma visto che non è la prima volta sono sufficienti. La città è grande ma io l’ho sempre girata a piedi, facendo delle belle e lunghissime camminate. A parte il gran caldo afoso dei mesi estivi è bello passeggiare per le strade e vedere ogni minimo particolare che ti circonda. Ogni tanto è giusto entrare in qualche locale o in un negozio per potersi rigenerare… o prendersi un raffreddore perchè l’aria condizionata è forte e il contrasto con l’esterno è davvero notevole.

Il primo giorno non ho voluto fare niente di speciale e sono rimasta nella zona del mio hotel, Gion il quartiere delle Geishe. Adoro questa zona perchè si respira l’antica tradizione e si percepisce il vero Giappone. Due anni fa quando ci sono venuta mi sono anche vestita da Geisha. E’ costato parecchio, ma ne è valsa la pena vedermi per una volta nella vita come una creatura irreale, quasi proveniente da un altro mondo. Sì, perchè quando ti truccano piano piano ti trasformi e diventi un’altra persona, tutto si trasforma e diventa surreale. Il tuo viso completamente bianco è irriconoscibile ed è davvero strano. Ti ridisegnano le sopracciglia di rosso, ti colorano le labbra di rosso acceso e poi i capelli… ti passano una cera per renderli compatti per poi coprirli con una pesante parrucca nera adornata a tua scelta. Poi ovviamente si passa alla vestizione, la scelta del chimono e dell’obi è ardua perchè  ci sono tantissimi colori e fantasie. I kimoni veri sono bellissimi, i tessuti preziosi e pesanti, ricordo perfettamente che quando mi hanno tirato le varie cinture no ho respirato per qualche secondo, è davvero una sensazione sgradevole ma passa dopo poco. Quando diventi la creatura che non avresti mai pensato di diventare si passa allo shooting con vari oggetti tipici, ombrello in carta di riso e ventaglio. Non si possono mostrare i denti perchè la tradizione non lo ammette, bisogna solo accennare un sorriso e inclinare la testa leggermente. E’ stata un’esperienza che terrò nel mio cuore tutta la vita proprio per la sua stranezza. Ma tornando a questa volta non ho fatto niente di tutto ciò, mi sono dedicata alla natura!

Ho visitato un Neko cafè, ovvero il caffè con i gatti i miei esseri preferiti, li amo tantissimo. Ho girato un sacco di tempo per trovarlo perchè come al solito le indicazioni non sono molto chiare e quindi ho chiesto in giro e con molta fatica alla fine l’ho trovato. Sono entrata in questo piccolo locale dopo essermi lavata e disinfettata le mani e tolta le scarpe, ho lasciato negli appositi armadietti la mia borsa e ho ordinato un tè verde. Mi sono seduta e ho iniziato ad accarezzare una splendida signorina rossa. La cosa strana, che io al mio gatto non ho mai provato a fare, è che gli devi dare delle pacche sul sedere, li rilassa e si siedono volentieri a farsi accarezzare. Proverò quando torno a casa a farlo al mio Ade, se non mi graffia istantaneamente vuol dire che funziona! Sono rimasta un’ora e poi mi sono incamminata per le strade di Kyoto. Ho mangiato una zuppa di ramen in un delizioso e alquanto antico ristorante, con tè e acqua gratuiti come d’usanza. Quando sono uscita ho incrociato il quartiere di Kawaramachi, dei lunghi portici pieni di negozi e cianfrusaglie… Il mio paradiso direi! Non ho comprato niente però, pensando al mio zaino strapieno e pesante. Ho incrociato l’owls zoo (lo “zoo” dei gufi) e il bengal forest (ovvero un locale pieno di gatti del bengala, il primo al mondo a tenere questa razza). I gatti del bengala sono animali di una straordinaria bellezza con il manto simile ad un leopardo e sono anche abbastanza docili; beh si paga 600 Yen (circa 5 €) per sedersi per terra prendere un gatto e coccolarlo per mezz’ora e se sei fortunato a volte potrebbe avvicinarsi un secondo. Bisogna quindi essere dei veri appassionati altrimenti evitate di buttare via 5 €. Io amo i gatti e per me è stato un piacere avere una signorina da coccolare e accarezzare, con un pelo lucido e morbidissimo! Dopo la foresta del bengala è stata la volta dei gufi… Animali meravigliosamente misteriosi e stupendi (non a caso ho un gufo tatuato sulla mia gamba destra). Certo non è bello vederli in un ambiente chiuso perchè sono animali che devono volare e quindi ci sono molte critiche riguardo a questi posti, però sinceramente non capita tutti i giorni di poter toccare e stare vicino a un uccello così sfuggevole e bellissimo.Il prezzo è lo stesso dei gatti, ma si può stare dentro quanto si vuole, anche se una volta finito il giro e visto tutti i gufi non c’è molto da fare.

La giornata è giunta al termine, mi sono incamminata verso l’hotel e ho incrociato la via delle Geishe. Da un taxi, come per magia, ecco che scendono due creature astrali bianche ed eteree così sfuggevoli a questo mondo reale. Purtroppo non avevo il cellulare pronto sono riuscita solo a scattare una foto dal dietro, è comunque una soddisfazione averle viste ancora una volta.

Il giorno seguente ho deciso di andare ad Arashiyama, una cittadina a quindici minuti di treno da Kyoto. Ne avevo sentito parlare perché c’è la famosa foresta di bamboo e il parco dei macachi, ma non ci ero mai stata. Così ho preso un pullman fino alla stazione di Omiya e un treno della linea Keifuku diretto, a soli 210 Yen (1,80 € circa). Quando sono arrivata ho realizzato subito che la città doveva essere molto bella, perché già la piccola stazione era affascinante. Tutto intorno ai binari c’erano dei tubi trasparenti contenenti rotoli di tessuto per kimono dalle diverse fantasie. Mi sono incamminata per cercare la foresta di bamboo, sotto un sole caldissimo e un umidità altissima. Io amo il caldo, ma quando è esagerato dà un po’ fastidio, lo devo ammettere. Ho raggiunto un parco e, ovviamente, la strada tutta in salita, ma ne è valsa la pena perché ho potuto respirare aria pura senza inquinamento e stare a contatto con la natura. Ho camminato per circa un ora prima di raggiungere la foresta, solo perché mi sono persa! Quando sono arrivata ovviamente non ero l’unica, tanti turisti stavano percorrendo il sentiero attorniato da alte e verdi canne di bamboo. Purtroppo per la tanta gente l’atmosfera è un  po’ rovinata, ma ammetto che è davvero bello e se per un istante chiudi gli occhi ti senti veramente trasportato in una dimensione magica, nell’epoca degli imperatori e dei samurai. Insomma un’esperienza bellissima in quanto io riesco sempre a scappare dalla realtà e a rifugiarmi in mondi fantastici!

Ho visitato i giardini del tempio Tenryuji bellissimi e patrimonio dell’Unesco, anche se credo che in primavera o autunno siano molto migliori. Mi sono poi incamminata per la volta della stazione, volevo fermamente tornare indietro perché dopo la lunga camminata e il caldo soffocante non vedevo soluzione. Mi sono seduta a mangiare un gelato al tè verde e di colpo ho riottenuto le forze, così ho chiesto informazioni e mi sono diretta verso il Monkey Park Iwatayama, un parco dove vivono i macachi. Durante la calda estate giapponese bisogna essere intrepidi a iniziare il cammino verso il parco, ci vuole circa mezz’ora di camminata in salita per raggiungere lo spiazzo con le scimmie. Solo con il mio gelato nello stomaco non avrei pensato di potercela fare, così ho comprato una bevanda energetica e mi sono incamminata. Dopo le prime salite, che sono state ardue, mi sono abituata alla fatica e per fortuna, essendo in un bosco, gli alberi hanno nascosto il sole dunque ho camminato all’ombra. Quando ho raggiunto la cima non potevo crederci e hanno iniziato a sfrecciarmi vicine delle grosse scimmie pelose! Io adoro gli animali sono così simpatici. Non si possono ovviamente toccare e ci sono tanti guardiani a proteggere sia le persone perché si sa che le scimmie sono imprevedibili e dispettose. Ho scattato tante foto e la cosa più bella è stata vedere i piccoli attaccati alle loro mamme, così teneri. Inoltre c’è una bellissima veduta della città.

Dopo tante foto incredibili, ho deciso di ritornare a Kyoto soddisfatta e distrutta. Ho passeggiato ancora per le vie e poi sono tornata in albergo a preparare lo zaino e riposare per l’indomani… giornata di viaggio e alla scoperta di una nuova meta… Okayama.

Kyoto mi ha lasciata come sempre affascinata dalla sua bellezza. Credo sia una delle poche città evolute e moderne a trattenere la tradizione, in un paese dove la passione per l’occidente e per l’evoluzione tecnologica stanno prevalendo. La realtà di Kyoto è quasi extra terrena per come la vivo io e se si ascolta bene si viene trascinati in un tempo antico dove le Geishe erano delle guerriere. Mi piace pensarla così e immedesimarmi in una di loro, invincibile e bellissima!

Bangkok – Kyoto passando da Narita… tutto in un giorno

Dopo due mesi esatti in Thailandia… eccomi su un treno da Tokyo a Kyoto in Giappone. Devo dire che è un bel cambiamento perché benché anch’esso si trovi in Asia, qui la cultura è completamente diversa. Dopo un volo di sei ore da Bangkok con Delta airlines, eccomi a correre per Narita a cercare un treno per Kyoto e riuscire ad arrivare prima di sera. Non è così facile però, perché non ci sono treni diretti così mi hanno venduto un biglietto del Narita Express fino a Nippori. Arrivata a Nippori però non è finita perché ho dovuto arrivare a Tokyo station e, dopo aver girato per ben quindici minuti inutilmente per trovare la biglietteria e comprare un biglietto per raggiungere la stazione di Tokyo con la Yamanote Line, finalmente vedo qualcuno del personale della stazione che mi dice, con mio sommo sollievo, che il biglietto che possedevo da Narita era valevole per quella linea. Grazie al cielo… Mi sono fiondata verso il binario giusto e, salita sul treno, non ho pensato ad altro che riuscire a prendere subito un Nozomi (il treno ultra veloce) per Kyoto. Non mi sembra vero… ce la sto facendo.

Ammetto che ho sbagliato ancora una volta il bagaglio… sono partita con lo zaino questa volta, ma purtroppo come il mio solito l’ho riempito troppo e quindi ho circa 14 kg sulle spalle, più lo zaino piccolo con il computer e altre cianfrusaglie, la borsa della reflex con due obiettivi e per finire la borsa personale… Non so neanche io come ho fatto a correre e prendere in tempo tutti i treni! Non la capirò mai, non devo riempire i bagagli anche perché solitamente trovo sempre offerte per comprare nuove cose! Credo proprio di essere un caso disperato.

Certo è stata una mattinata difficile, sveglia alle 3 per prendere il taxi alle 3.30, arrivare in aeroporto e aspettare le 5.55 la partenza del volo. Non sono neanche riuscita a dormire gran chè sull’aereo, nonostante avessi un posto in comfort economy (comprato per un prezzo davvero irrisorio), ci sono state troppe turbolenze per i miei gusti e non sono stata tranquilla. Scesa dall’aereo ho dovuto fare una coda di trenta minuti per passare il controllo passaporti e poi la pazza corsa verso Kyoto!

Mi manca ancora un ora per arrivare a destinazione, ma stare su questo treno è piacevolissimo. La pulizia è perfetta persino nei bagni, non posso dimenticare il mio ultimo viaggio a Parigi con il TGV, un treno veloce ma davvero sporco e vecchio… una pessima esperienza. Qui sembra di stare su un aereo e poi c’ è un gran silenzio, nessuno parla, sono tutti impegnati chi a mangiare, chi a leggere o a giocare ai video giochi.

La cosa che amo di più quando salgo sui treni giapponesi è comprare il Bento, il pranzo al sacco fatto apposta per i treni! Una deliziosa scatola contenente diversi cibi, ci sono di tutti i prezzi quello da mille yen (circa 8€) è abbastanza per un sostanzioso spuntino. Il cibo è davvero buono e ogni scatola ha diversi cibi, è un must se si vuole viaggiare in stile Japan.

Il Giappone credo sia un’esperienza fantastica da provare, è strano come si venga catapultati in un manga… Sul serio, tutto sembra un cartone animato comprese le persone, si viene travolti da un modo parallelo fatto di luci, colori e profumi. Quando ci si trova in posti affollati come la metropolitana o la stazione si viene travolti da un flusso di persone vestite in giacca e cravatta a contrasto con le ragazze che escono dalle varie scuole e portano diverse divise, dalle varie lunghezze delle gonne. Un mondo dove tutti sembrano rispettosi degli altri, ma forse a volte lo sono perché gli è stato imposto da piccoli… a volte gli uomini sembrano tristi nei loro vestiti eleganti, quasi come se gli fosse stato imposto, poi ci sono i ribelli, i giovani che cercano di andare contro le convenzioni ed estremizzano il loro aspetto. Insomma un paese vario, dove la tradizione lotta contro la voglia di diventare occidentali e prendere la loro cultura. Un paese fantastico, ma con degli scheletri nascosti nell’armadio! Io lo amo e racconterò il mio viaggio attraverso le immagini che scatterò durante il mio cammino!

Prachuap Kiri Khan… il mio posto del cuore

Finalmente mare… E soprattutto vicino alla mia città preferita Prachuap Kiri Khan. Quest’anno ho voluto andare a circa quaranta chilometri dalla città in un resort economico proprio sulla spiaggia. Certo se non si ha una macchina è un pò difficile arrivarci, ma ne vale la pena. L’hotel si chiama Rocky Point e si trova esattamente ad Amphoe Thap Sakae, ha diversi bungalow in cemento con aria condizionata e parecchi cani! Io fuori dalla mia villa ho avuto due pulciose signorine che mi hanno seguita a ogni passo, è proprio vero che gli animali sono dei grandi amici. C’è una piccola ma pulita piscina e un sentiero per raggiungere la spiaggia costeggiato da alti alberi; le altalene sono la parte migliore, puoi lasciarti cullare dal vento (è una zona parecchio ventilata) e guardare il mare di fronte a te.

Non amo stare sdraiata al sole a fare niente quindi preferisco passeggiare sulla spiaggia, naturalmente capita sempre che qualche cane mi accompagni per tutto il tempo, cacciando via anche altri cani minacciosi proprio come se fosse una guardia del corpo. Amo sognare mentre le onde mi massaggiano i piedi, mi piace cantare e ballare e non importa della gente che può vedermi, perchè quando la musica mi risuona nelle orecchie e chiudo gli occhi  non esiste nessuno a parte me e i miei sogni. Passare la mattina in questo modo è rigenerante e, anche quando non si stanno vivendo dei momenti felici, per pochi istanti tutto sembra cancellarsi e che le cose possano andare per il meglio… poi il risveglio e la realtà!

Ho trascorso le mie giornate così tra mare, vento, musica e danza. Amo la natura e stare in contatto con essa trovo sia un dono, un fantastico regalo per migliorare me stessa.

Non c’è davvero niente da fare durante il giorno, però si possono noleggiare le biciclette e andare in giro nei dintorni, se non altro si vedono tante mucche e uccelli. Oppure se si ha la macchina si può tranquillamente raggiungere Prachuap Kiri Khan o se proprio si vuole passare fuori tutta la giornata si può arrivare anche a Cha Am (località di mare vicina a  Hua Hin) solo due ore di strada.

Prachuap Kiri Khan è una cittadina di mare, piano piano si sta rinnovando e sta diventando un bel centro balneare. Sono diversi anni che ormai ci torno e devo dire che ha subito notevoli cambiamenti, ci sono più hotel e più ristoranti dove mangiare squisiti piatti di pesce fresco. E’ la città delle scimmie e hanno dedicato loro addirittura una fontana, bisogna però prestare attenzione, perchè sono un po’ aggressive e potrebbero rubare o aggredire… Ho assistito personalmente ad un furto da parte di una scimmia, prima ha rovesciato la borsa di una ragazza, poi ha scelto il portafoglio, l’ha aperto per gettarlo in mare e nessuno gli si è avvicinato! Anche se è un evento divertente io non vorrei essere nei panni della ragazza derubata e impotente. Ovviamente dopo tanti anni ho anche il mio ristorante preferito, fuori dalla zona più turistica e anche questo raggiungibile in auto, ma si mangia un pesce e una salsa spettacolare! E poi c’è la mia parte preferita… mercatino e negozi! In particolare amo un negozio e ogni anno ci torno, vende abiti Korean style è un po’ più caro rispetto alla media thailandese, ma ha davvero pezzi imperdibili. La cosa interessante è andare a visitare una spiaggia stupenda chiamata Ao Manao Bay. E’ situata all’interno di una base militare la Wing 5, si entra attraverso un gate con i militari e per raggiungere la spiaggia bisogna attraversare persino una pista di decollo! Stranezze tailandesi a parte la spiaggia è fantastica, bianca, sottile e attorniata da grandi alberi. E’ davvero una bella zona dove balneare ed è tutto attrezzato. Che dire di Kiri Khan… E’ una città da vivere almeno una volta perchè può dare soddisfazioni, certo sono di parte e certamente dipende molto dai gusti di ogni persona, ma se si vuole stare al di fuori dei tour convenzionali può essere una valida idea!

 

Giunto il momento di lasciare la camera ho lasciato come sempre un pezzetto di me, come ogni volta che devo salutare il mare. Sono arrivata a Bangkok e tutto improvvisamente è cambiato… Centri commerciali immensi, musica, pubblicità, persone, si sente subito l’odore della grande metropoli e onestamente mi ha fatto sentire la mancanza di tutti i luoghi che ho vissuto fino ad ora! Sono rimasta solo tre giorni e poi la mia nuova destinazione… Il Giappone, un’avventura completamente diversa tutta da vivere.

Arrivederci Chiang Mai…

L’ultimo giorno a Chiang Mai è arrivato e anche se mi dispiace è giunta l’ora di cambiare. Ormai è diventata la mia “comfort zone” e si sa, la felicità si trova sempre al di fuori! Ho vissuto un’esperienza bellissima e ho imparato tantissime cose, una fra tutte… Vivere ogni momento nel migliore dei modi. Ho conosciuto persone fantastiche da tutto il mondo, con le quali mi terrò in contatto; ho imparato a convivere con la gente e a condividere, cose che pensavo di saper già fare, ma evidentemente mi sbagliavo!

L’emozione è salita nel salutare coloro che avrei lasciato, con la speranza di poterli ritrovare in un futuro. Anche il lasciare la mia stanza che è stata la mia casa per quasi due mesi è stato difficile, ma alla fine tutto finisce e tutto inizia!

Accantonata per un istante la nostalgia per ciò che stavo lasciando, sono andata in città con Abby, la mia compagna di classe. Viene dalla Cina, da una città vicino Hong Kong di nome Shenzhen. E’ una ragazza dolcissima e dimostra di avere diciott’anni, anche se ne ha bensì trentuno! Ho passato le prime cinque settimane di corso da sola, ma le ultime due le ho trascorse con lei, ed è stato divertente. Io ho un livello più alto di lei ed è stato bello poterla aiutare a migliorare, mi sono sentita davvero utile e poi le lezioni sono diventate ancora più interessanti e divertenti.

Il dodici agosto in thailandia è festa nazionale, perchè è il compleanno della regina meglio conosciuta come festa della mamma. Così entrambe siamo state libere di andare dove volevamo. Ci siamo incontrate alle 12.30 e con il suo motorino a noleggio siamo partite per la “old city” di Chiang Mai. Lei non è molto pratica a guidare lo scooter e soprattutto non lo è delle strade thailandesi; anche se devo dire che i cinesi non scherzano come guida pericolosa! Io non ho indossato il casco e credo di aver rischiato la vita, ma non importa sono ancora quì a raccontarlo… credo che a volte sia bello lasciarsi andare a commettere delle pazzie ti fa sentire giovane e senza pensieri. So che non è una cosa saggia, e che è molto pericoloso onestamente non credo lo rifarei, ma ci sono momenti che non ti lasciano il tempo di decidere!

Così siamo partite, traballanti per la sua insicurezza sulla strada, ma arrivate sane e salve al ristorante dove Abby voleva assolutamente mangiare il pollo. E’ un ristorante relativamente grande e molto chiassoso perchè i camerieri non scrivono gli ordini ma, bensì, li gridano ai cuochi che stanno nella piccola cucina sul marciapiede. Abbiamo ordinato pollo bollito e riso bianco, accompagnati da una ciotola di brodo di pollo con verdure. A quanto pare è il più rinomato ristorante di pollo di Chiang Mai e, non so se perchè era festa quel giorno, ma era davvero pieno di gente. Finito di mangiare ci siamo rimesse in sella al  motorino e siamo partite per andare a visitare uno dei templi più antichi di Chiang Mai, forse il primo costruito in città, il Wat Phra Singh. Arrivate a destinazione mi sono stupita per il tantissimo oro scintillante che si stagliava contro un cielo a dir poco nuvoloso. L’edificio centrale era davvero pieno di persone che pregavano all’interno, così abbiamo deciso di incamminarci all’esterno per vedere e ammirare le varie statue. Solitamente bisogna entrare nei templi con spalle e ginocchia coperte, ma me ne ero dimenticata e indossavo gli shorts, così il mio essere designer mi ha fatto creare in pochi istanti una fantastica gonna con il mio parca impermeabile! La creatività viene sempre fuori all’occorrenza… quando si dice aguzza l’ingegno!

Il tempio in sostanza è davvero bello, in uno degli edifici più piccoli ci sono le statue di cera dei maggiori monaci venerati. All’esterno le campane da suonare e un grande gong, dal quale ricevere vibrazioni di benessere. Oltre ad un grande chedi tutto dorato stagliato contro il cielo. E’ certo uno dei tanti templi, ma alla fine la Thailandia è fatta di templi e ognuno è differente, anche se potrebbero sembrare tutti uguali.

Finita la gita al tempio ci siamo rimesse in moto per andare a cercare una borsa da aggiungere al mio bagaglio, perchè come previsto la mia valigia non si riusciva a chiudere… Così ho pensato di comprare una borsa a pochi soldi per svuotare un pò la mia valigia, già grande! Ci siamo fermate in un mercatino e quando pensavo di non poter trovare niente, ecco per magia una bancarella di valige e borse! Wow, ho trattato il prezzo per un borsone da 850 bath (circa 22 €) a 550 (circa 14  €) e un lucchetto per 60 bath (1,60€) in un negozietto di cianfrusaglie. Ero così contenta potevo tornare e ultimare la valigia, ma la giornata con Abby stava giungendo al termine. Ci siamo fermate al Thapae Gate, l’ingresso della “old city” e abbiamo comprato una noce di cocco da bere e mangiare. Ci siamo dirette poi in un negozio di libri usati, dove ho comprato un altro libro di Haruki Murakami in inglese. Poi il momento triste dei saluti, perchè lei tornava a scuola, mentre io dovevo incontrare Hailey per passare con lei la mia ultima sera!

Io e Hailey abbiamo comprato da mangiare in uno dei tanti baracchini di street food, una deliziosa zuppa di pollo piccante, della frutta e un sacchetto di banane fritte salate… Una vera delizia. Abbiamo mangiato nell’ostello dei suoi amici perchè fuori pioveva e chiacchierato tanto, d’altronde era la mia ultima sera! Mi ha poi riaccompagnata alla scuola e tra le lacrime ci siamo salutate! Mi mancherà molto, alla fine siamo diventate amiche, ma continueremo a tenerci in contatto.

Quella sera ero triste perchè stavo davvero lasciando un luogo che era diventato la mia casa e la mattina è stato ancora più difficile. Bisogna, però, saper dire addio alle cose e alle persone perchè è il ciclo della vita e onestamente, forse, è così che dev’essere!

 

 

 

Danza e Muay Tai… due mondi della mia Chiang Mai

Volevo parlare un pò di sport, perchè Chiang Mai non è solo la città dei templi e dei mercatini. Sono una ballerina e prima di partire ho cercato una scuola di danza per potermi tenere in allenamento, perchè sette settimane senza ballare per me sarebbe stato alquanto deprimente. Così ho cercato una scuola non troppo distante da dove avrei soggiornato, anche se ancora non sapevo esattamente dove sarei andata ad abitare.

Ho trovato una scuola di nome “Sangdao performing and art school”, ho inviato una mail e mi hanno risposto che avrei potuto fare una lezione prova il sabato e poi parlare con l’insegnante per decidere. Non vedevo l’ora di iniziare e quando sono arrivata a Chiang Mai il primo sabato ho voluto subito provare. Il problema più grande è stato raggiungere la scuola, ho preso un taxi privato perchè ancora non sapevo come muovermi e ho speso parecchio. La voglia di cominciare a danzare in un paese straniero con chissà quale insegnante e compagne mi elettrizzava, al punto che non mi importava di spendere soldi per il trasporto. Ero davvero agitata ed emozionata salendo le scale che mi hanno portata davanti ad una porta a vetri, l’ho aperta e una folata di aria gelida mi ha pervaso il corpo; l’aria condizionata è molto alta durante la stagione delle piogge! Sono entrata e ho parlato con due ragazze thailandesi alla reception che mi hanno confermato la lezione gratuita di prova. Dall’aula è uscita una donna bionda molto magra e mi ha salutata lei sarebbe stata la mia insegnante. E’ inglese e ha avuto una scuola di danza classica a Londra per tanti anni, ma poi ha iniziato a viaggiare per il mondo e ha insegnato in tutti i paesi fino ad arrivare in Thailandia un anno fa. Ovviamente le mie compagne di corso erano tutte più giovani, ma non mi importava affatto perchè nel mondo della danza non esiste età. Dopo la lezione ho spiegato all’insegnante il problema del trasporto e lei mi ha assicurato un passaggio per il ritorno ogni domenica, ma al sabato avrei dovuto provvedere da me. Parlando con Hailey, la mia insegnante d’inglese sono venuta a conoscenza di un metodo molto più economico per raggiungere la città… Prendere un pick up giallo (i taxi locali) per 10 bath (circa 0,25 cent) certo avrei dovuto camminare 25 minuti per raggiungere la strada principale, ma passare per le tranquille strade di campagna sprovviste di turisti è impagabile! Sono stata contentissima di trovare un modo per poter raggiungere tutti i week end la scuola perchè per me è un pò come vivere la vita di tutti i giorni, non mi sento in vacanza per il momento e questa cittadina mi regala emozioni!

Ho continuato fino al mio ultimo week end per un mese intero a frequentare la classe e ho imparato tanto e credo che seguire le lezioni in un’altra lingua si riesca a capire come la danza abbia un  suo linguaggio universale. Io capisco l’inglese, ma alcune ragazze tailandesi non parlavano la lingua eppure gli esercizi da eseguire erano chiari per tutte!

Proprio dopo l’ultima lezione di domenica Miss Jane, la mia insegnante, mi ha voluta portare a casa sua per un caffè e per salutarci. Quando sono scesa dalla sua macchina non ci volevo credere… ha una casa meravigliosa, è antica ed è la tipica tradizionale casa thailandese. E’ tutta in legno di teak con una magnifica zona soggiorno all’aperto e area bar, una splendida scalinata porta al piano superiore dove il suo compagno, un ragazzo del Kashmir, ha lo studio – dato che fa lo scrittore – oltre alle due camere da letto. All’esterno nelle mura ci sono incastonate delle statue di legno. Sono rimasta affascinata da tutto questo e dalla loro vita, lei è più grande di lui e vivono con due simpatici gatti rossi. Due artisti, due anime provenienti da diversi paesi e culture che vivono in armonia con amore… davvero affascinante!

Amo la danza, ma anche la muay thai perchè all’inizio dell’incontro alcuni degli atleti più bravi e più rispettosi praticano una danza, la Ram muay. Il Wai Khru è una delle parti più importanti della Ram Muay, è un rito di rispetto per il maestro e la scuola che prende varie forme in diversi contesti. Il significato corretto di Wai Khru nella muay thai sta nel capire le due parole che formano il nome: “Khru” in lingua thai vuol dire “maestro”, di solito è un termine che nella cultura thai viene dato ai genitori in famiglia, ai monaci nella religione e più in generale al re. Il termine “Wai” indica l’inchino tradizionale thai. E’ una dimostrazione del proprio rispetto e gratitudine per il maestro che gli ha tramandato e insegnato le proprie conoscenze. Quando i propri allievi avranno appreso le tecniche più nascoste e segrete della muay thai e saranno in grado di praticarle, solo allora potrà avere inizio la cerimonia del Wai Khru prima degli incontri.

Ogni novizio deve prestare giuramento ed è la parte fondamentale della pratica della muay thai. Qualsiasi thai boxer che non dovesse prestare giuramento recherebbe una gravissima offesa al maestro e alla scuola che ha frequentato. E’ uno sport antico con una forte tradizione e ammiro molto chi lo pratica con serietà e rispetto.

Vedere dei veri incontri nel nuovo stadio di Chiang Mai è stata una bella esperienza… per lo meno erano incontri reali e non per turisti. Ho avuto i biglietti perchè un amico di Hailey combatteva contro un ragazzo thailandese e lei e i suoi amici andavano a vederlo. Perchè non andare? Mi sono detta, io amo questo sport mi piace il fatto che nella muay thai come in tutti gli sport di lotta ci sia rispetto e sportività la maggior parte delle volte. Ho visto sei incontri tutti entusiasmanti e un clamoroso KO! Lo so che non è una bella cosa, ma in questo sport mandare knock out l’avversario è simbolo di potenza e di bravura!

La muay thai per me è come una danza verso la vittoria, i movimenti sono dettati dal ritmo della musica tradizionale thailandese e gli atleti che combattono sono consapevoli di quanto antico sia questo sport. Così come nella danza a volte si combatte per far uscire sè stessi allo scoperto cercando di esprimere ciò che si prova nei passi che si compiono. Dobbiamo sempre combattere nella vita, ma quello che lo sport ci insegna è il rispetto verso gli altri e la fiducia in noi stessi.

 

City views… Chiang Mai

I come to Thailand every year for the holidays and sometimes twice a year, but this time has been different. I came to Chiang Mai to spend seven weeks studying English at International House, and now is the six week mark. I can say now that it’s been one of the best experiences in my life. At the beginning, I got to know a lot of people from all over the world. Talking with them and trying to understand what they said seemed to me a huge problem, but after the first two weeks I could understand all of them and I could have a conversation with them, which means I reached one of my goals.

I stay in the countryside, in a lovely place called San Phak Wan. I have to take a taxi to reach the city, but I have found a very cheap way to go there. I walk for twenty-five minutes on a lovely quiet local road and when I reach the main road I take a yellow truck for ten Thai Baht (about $ 0,28).

Walking along the streets in Chiang Mai I have discovered some city views that I couldn’t have imagined, or maybe I could’ve… It’s a city where the old and the almost new are mixed together, where bright colors collide with the blank buildings. The temples makes magic all around and behind the gates you can glimpse the gold of the statues of Buddha. The ruins surround the borders of the city and they skirt along the roads showing the historical background and bringing you back to old times.

Keep on walking I hear a pretty girl, who is singing and playing ukulele. She’s sitting behind a desk at an open air travel agency and it’s a pleasant soundtrack against the city traffic. That’s one of the magical things in this city… lovely smiling people help you to understand the simplicity of life, so we don’t need a lot of material things to reach the happiness but only the consciousness of being what we are.

I realised that to cross the roads is one of the most complicated action you can do here, because nobody takes care of pedestrians and so it can be a bit dangerous. Anyway, I can also appreciate that as a symbol of a different culture.

The flowing river that lines the roads, the little wooden bridges, and the colorful flowers all around give an enchanting atmosphere and make you forget you are in a busy big city.

I came to Chiang Mai once before – a long time ago – but I didn’t appreciate then how interesting it is. I remember I went to the mountain to see the most famous temple, Doi Suthep Wat, on the top of Mount Suthep, which is massive and amazing. Anyway, this time I didn’t want to see the same things and I didn’t want to be a tourist, so I have lived as a normal citizen. I go to a dance school every Saturday and Sunday, I go out three times a week to buy something at a shopping center or visit parts of the city.

Being a fashion designer pushes me to buy a lot of very cheap dresses which I find every time I go out in the lovely shops all around. This could be a problem when I’ll have to pack my suitcase, but I’m a bit crazy and so I don’t care about it now. I want to solve the problems at the right moment! I’m always in trouble with things I bought because a lot of times I’ve had to pay an overweight fee at the airport. However, nothing can stop me…

Last thursday I came to the city to get  new tattoos. I had an appointment and I was very excited about it. I went alone and I got two tattoos done. It was a little bit strange because usually when I go to a tattoo studio I’m not alone, but this time everything was different and I enjoyed it. I think that sometimes we have to trust ourself and not be scared. Now I have new pieces of art on my skin and the total now is ten… I have a piece of Chiang Mai on me and it’s here forever!

I’m a visionary; I believe in fairytales. I’m an artist, and this city brings out the best of me, of my soul. It will be very hard to leave this place!

Il lato fashion di Chiang Mai

Sono passate sei settimane ormai da quando sono arrivata a Chiang Mai, ho vissuto già tante esperienze e sono certa che ce ne saranno altre. Non sto vivendo una vita spericolata o strana, sto solo assaporando i piccoli momenti e la genuinità di questo paesino.

Amo la vita in Thailandia è così diversa da Milano, ovvio è l’Asia… e credo fermamente che per certi aspetti sia un luogo magico. Certo i problemi ci sono ovunque ma qui tutto sembra più facile, vivere è più facile.

La mia compulsione a comprare abiti a basso costo non può fermarsi quì, dove ne ho già comprati parecchi, ma non mi pento assolutamente in fin dei conti sono una fashion designer e i vestiti sono la mia passione (diciamo che la voglio usare come scusa per non sentirmi troppo in colpa!). Pensavo mi fosse un pò passata la mia ossessione per la moda ma non è così, penso che se dentro di noi c’è una passione non può certo scomparire in un istante. Anche se sono lontana dalla mia città del Fashion, Milano, trovo sempre ispirazioni e nuovi stimoli perchè il mondo è uno stimolo. Mi manca la macchina da cucire e penso che se l’avessi qui con me riuscirei a a creare molte cose! Passo spesso davanti ad una piccola sartoria dove c’è sempre una donna che cuce a macchina i vestiti Lanna style e vorrei tanto fermarmi ad aiutarla a confezionare qualche abito, ma per ora posso solo limitarmi a guardare!

L’ambiente mi ispira molto sopratutto nel pensare a nuovi modelli Lanna style (i tipici abiti di Chiang Mai) gonna lunga e molto stretta realizzata con tessuti Thai e camicia elegante in genere bianca. Ho disegnato qualche modello che poi ho regalato alle ragazze della reception della scuola! Il venerdì loro vestire Lanna style e le trovo bellissime, anche se effettivamente le gonne lunghe e strette non sono proprio comode. Sto davvero apprezzando tantissime cose a Chiang Mai, la città dai tanti volti e ora ha anche un volto nella moda!

Credo che ovunque si vada nel mondo si possa avere tantissime ispirazioni… che sia in un giardino o in mezzo ad una strada. Qui ogni angolo nasconde qualcosa di magico da poter utilizzare come idea! I tessuti Lanna originali sono colorati e dalle trame complicate, non sono stampati ma lavorati con fili di diversi colori, sono molto belli e le fantasie rendono lo stile subito riconoscibile.

Camminando per la città ho visto diversi negozi con simpatici abiti Lanna style e indian style… Vorrei davvero comprare tutto, ma la mia valigia non li può contenere e sono costretta a rinunciare a qualcosa, anche se è veramente dura per me, è tutto così economico e affascinante. Quando tornerò a casa sicuramente potrò mettere in pratica ciò che i miei occhi hanno visto fino ad ora, ma il viaggio è ancora lungo e vedranno ancora tante altre meraviglie!

Non sono di certo i negozi dei brand più acclamati, ma li trovo molto più genuini e hanno comunque un stile affascinante. A volte pensiamo alla moda solo come forma d’arte estrema, quello che creano i grandi stilisti certo è un altro mondo, ma credo che anche questi artigiani locali siano degli stilisti e credo fermamente che a volte i migliori pezzi “d’arte” si trovino proprio dietro queste piccole realtà. Tutto è più vero, tutto si può indossare e la ricerca dei tessuti è notevole!

 

Dico che la mia passione non è passata perchè ho appena finito di modificare un abito per Hailey, la mia nuova amica nonchè insegnante. Parlando mi ha descritto il suo abito preferito, è un regalo di sua mamma e per lei è prezioso; l’unica cosa che non le piace sono i volant alle maniche. Ho preso il vestito e con un paio di forbici, ago e filo  ho tolto i volant, rifatto l’orlo a mano e ora è un nuovo abito! Le mie insegnanti di scuola sarebbero molto orgogliose di me!

Vorrei continuare la mia passione e non appena tornerò a casa… ovunque sarà la mia casa voglio assolutamente creare e dipingere e danzare, voglio che tutte le mie più grandi passioni continuino a rimanere in vita, perchè sono il  mio carburante e senza non potrei respirare!

Sapori, Tastes… Thai Food

Scorci di città… Chiang Mai

Camminando per le vie di Chiang Mai scopri scorci di città che non immaginavi, o forse sì… E’ una città dove l’antico e il relativamente nuovo si incontrano, dove colori accesi si scontrano con la monotonia degli edifici. Dove i templi rendono magica la città e in ogni angolo, dietro cancelli nascosti, puoi intravedere l’oro delle statue del Buddha. Le rovine lungo le strade mostrano la storia e ti riportano in un altro tempo.

Camminando, sento una ragazza cantare e suonare una piccola chitarra, una piacevole colonna sonora a contrasto con il rumore del traffico cittadino. Ovviamente la cosa che risulta più difficile è attraversare la strada, bisogna prestare attenzione perchè le strisce pedonali è come se non esistessero! Alla fine però si apprezza anche questo, perchè fa parte di una cultura. I ponti che costeggiano la strada, il fiume che scorre e i colorati fiori rendono l’atmosfera un pò magica e ti allontana dall’idea che sei in una grande città trafficata.

La cosa interessante nel camminare per le strade è che si è attorniati dalla storia. Le rovine che circondano i confini della città creano un contorno irreale e antico. A volte costeggiano la strada, mentre altre le puoi trovare a fianco di un edificio relativamente moderno. Devo dire che non mi ricordavo Chiang Mai così gradevole, è una piacevole scoperta è una città che si fa amare. E’ completamente diversa da Bangkok e le persone sono ancora più amichevoli e sorridenti rispetto alla capitale. Quando ho scelto Chiang Mai come mia tappa per lo studio non sapevo esattamente cosa aspettarmi e ora penso di aver preso la migliore decisione.

Sinceramente è la prima volta che metto piede da sola in città e per di più di giorno ed il motivo è perchè sono sempre venuta con amici per passare la serata. Ho preso un tuck tuck per dieci Bath (davvero molto economico considerando che io sono a venti chilometri di distanza) e sono scesa a fine corsa, più o meno a sud della città. Ho iniziato a camminare senza neanche sapere dove andare, ma ciò che mi circonda è fantastico e a ogni passo vedo cose differenti. Verde e acqua e macchine e poi ancora verde e rovine e templi, a ogni angolo puoi trovare un piccolo scrigno con racchiuso un tesoro da scoprire.

La ragione  per cui ho raggiunto la città è perche devo prendere un appuntamento per un tatuaggio. Non sono la classica persona che vuole un tatuaggio perchè fa moda, io amo i tatuaggi e in Thailandia ci sono degli artisti davvero bravi e interessanti. Anche questa volta ho creato io il disegno, ma siccome lo voglio con le scritte thailandesi non posso farlo da sola. Così ho appuntamento con Hailey che mi accompagna al negozio; sono venuta in anticipo per poter fare una visita e fare un massaggio. E’ il primo che faccio da quando sono qui e devo dire che ci voleva! Uscita dal massaggio mi sono imbattuta in un delizioso chioschetto e ho comprato un dolce fatto con uovo di quaglia avvolto in una pastella dolce, molto buono però uno o due sono sufficienti!

In definitiva posso dire che questa mia nuova vita mi piace sempre di più e Chiang Mai è una città da apprezzare per quello che è… magica, preziosa e antica.