Matsuyama… Il mio inizio nello Shikoku

Il mio viaggio è proseguito verso Matsuyama, finalmente sono arrivata nello Shikoku. Matsuyama è la più grande città della prefettura di Heime ed è semplice raggiungerla con un treno diretto da Okayama o prendendo un traghetto da Osaka o da Kure (ma il viaggio è molto più lungo). Io me la sono cavata con due ore di treno ed è andata bene, anche se c’è sempre poco spazio per i bagagli e lo zaino, se posto nelle cappelliere è un’impresa poi tirarlo giù, ma facciamo anche questo ho i  muscoli apposta!

I venti minuti a piedi dalla stazione sono stati alquanto pesanti e ovviamente quando sono arrivata in hotel ho fatto riposare le mie povere spalle per un’oretta. L’hotel è della catena APA molto confortevole e anche molto bello, ha persino un manga dedicato. La stanza è molto pulita e non è poi così piccola. C’è un piano dedicato ai distributori automatici di bevande, un forno a micro onde e lavatrici a gettoni. Insomma tutto quello di cui si può aver bisogno durante un viaggio, breve o lungo che sia. A Matsuyama l’hotel è in una posizione davvero bella e dal mio settimo piano ho avuto la vista del canale e del castello.

Verso le cinque mi sono incamminata per fare un giro nel parco di fronte all’albergo e ho intrapreso la salita per il castello a 132 metri. So che avrebbe chiuso alle cinque, ma ho voluto vedere l’esterno, non pensando di fare fatica per arrivarci dopo una giornata già abbastanza stancante. Dopo qualche metro in salita, mi sono fermata davanti alla prima costruzione, ovvero i giardini del castello. Anche se chiusi, dall’interno ho sentito  una bellissima musica e così ho iniziato a danzare da sola davanti all’antico e suggestivo portone a piedi nudi. Ho provato una sensazione meravigliosa e l’atmosfera attorno è stata impagabile. Finito la mia pazzia, ho proseguito a camminare nel bosco che si faceva sempre più fitto e la salita sempre più ripida e soprattutto non c’era l’ombra di nessuno. Solitamente una ragazza da sola in un bosco non è così rassicurante, ma no so perché mi sono sentita in sicurezza e ho continuato. Il suono della natura si è fatto sempre più intenso ed io mi sono sentita da sola a contatto con la natura… un altro modo per sfuggire dalla realtà. Ero esausta e ancora non avevo raggiunto la cima, ma ormai non mi ferma più nessuno e quando sento di non farcela penso sempre che dopo la fatica si viene sempre ricompensati. E così è stato, quando sono arrivata in cima i miei occhi hanno visto uno spettacolo della natura che neanche le foto possono spiegarlo. Ho provato una sensazione di libertà e onnipotenza nel guardare il panorama mozzafiato che mi si apriva davanti. Ho potuto vedere il mare, gli uccelli e piano piano il sole che ha colorato prima di rosa poi di rosso il cielo e il mare. Il vento che mi soffiava tra i capelli e l’aria pulita che potevo respirare mi hanno quasi purificata da tutti i miei pensieri. In quel momento ero come in una bolla di sapone e nessuno avrebbe potuto farla scoppiare.

Ho scattato parecchie foto e ho cercato di catturare quella magia che avevo davanti. Dopo un’ora e mezza sono scesa, ormai stava facendo buio e il bosco è diventato ancora più misterioso, ma alla fine dopo quello che avevo appena visto non mi importava molto. Ho comprato da mangiare e sono tornata in stanza a preparare un itinerario per il giorno dopo. Avrei voluto andare a vedere le isole, ma le previsioni davano brutto tempo per l’indomani, così ho deciso di andare a fare un giro per la via dello shopping e arrivare alla stazione centrale di Matsuyama City. La mattina è stata abbastanza nuvolosa, ma poi il sole ha deciso di venire allo scoperto e così ho deciso di provare ad andare verso il porto, anche solo per vedere il mare. Durante il tragitto ha piovuto forte e mi è venuto il dubbio che forse non è stata una buona idea, ma poi sempre il mio motto… Proviamoci e verremo ricompensati. Anche questa volta ho avuto ragione, arrivata al porto aveva smesso di piovere e ho potuto camminare un po’ fino a raggiungere un molo deserto e come per magia il sole ha deciso di ritornare, scaldandomi e facendomi sognare un’altra volta. Ho iniziato a danzare sulle rocce con la  musica nelle orecchie, immaginando di essere lontata dalla realtà che conosco in un mondo incantato. Visto che erano solo le tre del pomeriggio ho pensato di andare sulla più vicina isola di Gogoshima, a soli dieci minuti di traghetto . Dopo un viaggio breve ma molto agitato, sono sbarcata su questa piccola e verdissima isola. Ho iniziato a camminare cercando un posto dove potermi sedere e rilassarmi sul mare. Ho camminato per circa trenta minuti sul ciglio di una strada non troppo trafficata, quando guardando al di sotto di una scogliera ho visto una spiaggia deserta. Ho voluto provare a scendere ma era molto ripido, infatti c’era una corda alla quale attaccarsi. Visto che io amo il pericolo mi sono subito messa all’opera e, dopo qualche difficoltà tecnica, sono riuscita a scendere. Anche questa volta la fatica è stata ripagata! Sono stata un’ora seduta su una roccia proprio sul mare, a respirare aria pulita e a farmi cullare dal vento. Visto l’orario dovevo tornare in tempo per non perdere il traghetto, così ho provato a risalire e devo dire che non è stato per niente facile… appesa ad una corda a penzoloni tra le rocce. A riguardare ora la foto mi viene in mente che se fosse successo qualcosa nessuno se ne sarebbe accorto e chissà per quanto tempo sarei potuta rimanere lì, ma non è successo quindi mi ritengo fortunata.

Ho preso in tempo la barca verso Matsuyama e sono tornata in albergo felice e soddisfatta per la bellissima giornata. Alla fine anche il sole mi ha premiata e non ho potuto chiedere di più. Una giornata iniziata non proprio per il verso giusto, ma che poi si è rivelata fantastica… Sono queste le cose per cui essere felici e da cui assaporare ogni piccolo dettaglio. Si viene sempre premiati prima o poi, basta avere pazienza e pensare sempre positivo!

Okayama e Kurashiki tra magia e meraviglie

Il momento di lasciare anche Kyoto è arrivato ed eccomi a cercare il treno per Okayama nella stazione centrale, fortunatamente è più piccola di quella di Tokyo ed è stato più semplice riuscire a salire sul Nozomi. Il viaggio è durato circa un ora e, arrivata a destinazione, delle gentili persone si sono subito adoperate per farmi prendere la strada giusta verso il mio hotel. Circa dieci minuti a piedi, in teoria sono pochissimi, ma il mio pesante bagaglio me li ha fatti pesare tantissimo! Viaggiare da soli è fantastico, però è anche molto faticoso, si deve contare solo sulle proprie forze e, ovviamente, non ci si può distrarre un attimo. E’ molto stancante sia a livello mentale che fisico, ma alla fine l’esperienza e le sensazioni che lasciano sono impagabili!

Sono entrata nella hall dell’hotel e ho lasciato i bagagli, visto che il check in sarebbe stato dalle due del pomeriggio ed erano solo le undici. Ok… anche se volevo fare una doccia per rilassarmi dalla fatica, ho cambiato i piani e sono andata a visitare il castello. Solo venti minuti a piedi dall’hotel, ho preso la macchina fotografica e mi sono incamminata. Lungo la strada mi sono fermata a mangiare una zuppa di udon in un ristorante molto economico e caratteristico perché avevo bisogno di una ricarica. Finito di mangiare mi sono rimessa in cammino, ma qualcosa mi ha distratta della meta finale… una via piena di negozi. Mi si sono illuminati gli occhi e, ovviamente, non ho portuto che entrarci e fare una passeggiata. Ho trovato ovviamente due affari da cogliere al volo, anche se non avrei dovuto, visto il mio zaino pieno. Ho comprato una camicia bianca e uno shorts di jeans con dei ricami sulle gambe a soli 7€ in Giappone! Ho proprio il fiuto per gli affari. Dopo il mio breve shopping, soddisfatta e felice ho raggiunto il castello, ma non sono entrata a visitarlo perché non mi ispirava molto. Ho voluto invece raggiungere i giardini di Okayama Korakuen garden, non molto distanti dal castello. Sono costati 400 yen ( circa 3,50€) ma dopo che sono entrata ho capito che ne è valsa la pena. All’ingresso mi sono sentita Alice nel paese delle meraviglie alla ricerca del Bianconiglio, il verde dei prati e le lanterne tonde bianche sparse regolarmente sull’erba danno un aspetto surreale. Per me che vivo con la fantasia è stato facile catapultarmi nel mondo delle meraviglie e tutta la gente è scomparsa, ho immaginato la rincorsa verso il Bianconiglio, l’incontro con il Cappellaio Matto e ovviamente la regina di Cuori. Ok sono un pò pazza, però giuro che l’atmosfera è stata proprio quella. La perfezione dei giardini è impressionante e, anche se agosto non è la stagione migliore per la natura, rende ugualmente l’idea. Ovviamente se ci dovessi tornare in primavera o in autunno credo sia da mozzare il fiato.

Quando ho finito il giro e dopo aver mangiato un gelato al tè verde mi sono incamminata verso l’hotel. Ho finalmente fatto il check in e sono andata in camera a fare la tanto desiderata doccia… Anzi un bagno bollente per sciogliere i muscoli del collo e delle spalle contratti dal peso dello zaino. L’hotel si chiama Maira, è molto carino e pulito ed è economico per il tenore giapponese. La mattina fino alle nove si possono prendere delle merende confezionate per colazione, si hanno tutto il giorno bevande gratuite alla reception calde e fredde e qualche amenity tipo spugna per il bagno, saponette e bacchette per mangiare e anche una poltrona per i massaggi. La stanza è carina ed essenziale e non eccessivamente piccola. Insomma vivibile, è un buon affare! Il giorno dopo ho pensato di andare a Kurashiki, visto che me ne aveva parlato molto bene un’ amica giapponese. Bisogna prendere il treno e in venti minuti dalla stazione di Okayama ci si arriva. E’ una cittadina antica e di mercanti, all’epoca signorile era un porto molto attivo per il commercio del riso. Lo testimoniano ancora dei vecchi magazzini del riso che contribuiscono a dare alla città un’atmosfera d’altri tempi, oltre ai numerosi musei.

All’epoca signorile la città era particolarmente prospera, nel quartiere storico di Bikan si possono vedere ancora oggi gli antichi magazzini dalle mura bianche e le tegole dei tetti verniciate di nero allineati da entrambe le sponde del canale bordato da salici piangenti. Oggi molti di questi e delle case dei mercanti sono stati trasformati in musei e si possono visitare.

Finito il giro nel quartiere Bikan sono tornata verso la stazione, prendendo la via dello shopping. Anche qui dei portici con negozi da entrambe i lati, ma poco interessanti; mentre camminavo però ho incrociato tre ragazze vestite da manga che facevano un servizio fotografico e un’altra ragazza che veniva fotografata nelle classiche pose dei cartoni animati d’azione. Insomma molto pittoresco… Tutti questi particolari ti fanno ricordare che sei nel paese dei manga e dei personaggi dei fumetti giapponesi e, per come sono fatta io, mi fanno sentire molto meno strana! Prima di tornare verso l’hotel ho mangiato uno squisito Bibimbap (piatto unico di riso con carne, verdure, kimchi e uovo) coreano al centro commerciale. Quando sono tornata ho fatto un massaggio sulla sedia nella hall, uno forte per sciogliermi i muscoli. Sono salita con la mia cena che avevo precedentemente comprato e mi sono rilassata pensando all’indomani e al nuovo viaggio da intraprendere verso, finalmente, lo Shikoku, più precisamente Matsuyama.