Kuala Lumpur la metropoli delle torri gemelle

Sono anni che voglio visitare la Malesia, in particolare la capitale Kuala Lumpur, ma per qualche oscura ragione c’è sempre stato qualcosa che mi ha frenato. Quest’anno finalmente ho deciso e sono partita, la mia Lonely Planet ha già qualche anno, ma suppongo non ci siano stati cambiamenti importanti.

Sono arrivata a Kuala Lumpur di sera e non ho potuto da subito valutare la città, anche perché l’albergo mi aveva predisposto il trasferimento dall’aeroporto, ma non si è fatto vedere nessuno e anche contattandolo, mi è stato risposto che per quella sera la navetta era piena… soluzione? Farsi fregare dai soliti taxi di lusso che sono a disposizione negli aeroporti di tutto il mondo. Devo dire che avevo già qualche dubbio su come sarebbe proseguito il viaggio. L’hotel che ho scelto è stato un incubo, il nome “Bunker” mi avrebbe dovuto far sospettare qualcosa, ma camere senza finestre e moquette impolverate e maleodoranti hanno superato il limite.

A parte queste piccole disavventure però, la città si è rivelata inaspettatamente molto bella, più pulita e meno caotica di Bangkok e vagamente simile alla vicina Singapore. L’attrazione più imponente sono le Twin Towers, le famose torri gemelle, non sono le torri più alte del mondo, ma sono particolari perché unite tra loro da un tunnel di vetro. Andare in cima è un’esperienza positiva, la vista della città ne vale la pena, ma niente di più.

I giardini dietro alle Towers sono molto belli, hanno un bel parco per passeggiare, alberi secolari sotto i quali ripararsi dal sole e dal caldo, una piscina pubblica gratuita per bambini e un grande parco giochi.

La “China Town” ha sempre il suo fascino e all’interno si vendono ogni tipo di cineseria e falsi, bisogna contrattare e i prezzi sono abbastanza buoni. La Malesia è la nazione nella quale convivono pacificamente molte religione diverse quali: induismo, buddismo, cristianesimo e islamismo. In città queste presenze religiose sono molto accentuate, si trovano templi, moschee e chiese anche vicine l’une alle altre.

I centri commerciali, come in ogni metropoli che si rispetti la fanno da padroni ed è piacevole passare una mezza giornata tra le griffe internazionali e nostrane, si possono assaggiare piatti da ogni parte del mondo, grazie ai locali di vari brand e stare un pò al fresco lontani dall’umido del clima esterno.

Io preferisco la natura, ma per due o tre giorni è anche piacevole visitare altre città, per vedere come trascorrono le giornate le persone e, soprattutto per incontrare nuove usanze e culture.

Il mio viaggio, dalla Thailandia al Giappone

Quest’estate ho vissuto un’esperienza davvero unica, frequentando un corso d’inglese in Thailandia e viaggiando da sola, zaino in spalla, per il Giappone. Ho vissuto tutto intensamente e ho imparato molto dalla gente e dai magnifici luoghi che ho visitato. Ho condiviso momenti divertenti nel campus dell’International House a Chiang Mai con molte persone provenienti da tutto il mondo, che mi rimarranno per sempre nel cuore. Ho conosciuto gente splendida e generosa sull’isola di Nakajima, nello stretto del mare di Seto e ho incontrato vecchi amici a Tokyo. E’ stato un viaggio diverso dagli altri fatti in precedenza, ma che mi ha fatto guadagnare tanta stima per me stessa e mi ha fatto capire quanto belle siano le persone, gli animali e la natura!

Sono partita dall’Italia, da Milano Malpensa, con Ethiad Airways, facendo scalo ad Abu Dhabi e giungendo a Bangkok. Ho preso poi un volo di circa un’ora della Bangkok Airways diretto a Chiang Mai. Ho soggiornato per sette settimane nel campus dell’International House, in una nuovissima struttura con camere comode e spaziose e con un’ enorme piscina rigenerante nelle torbide giornate monsoniche. Finiti i miei studi, sono volata a Bangkok e ho preso una macchina a noleggio per raggiungere Prachuap Kiri Khan, una tranquilla cittadina sulla costa tailandese, a quattrocento chilometri da Bangkok. Sono rimasta per una settimana in un resort molto confortevole, in un bungalow vicino alla spiaggia con una piccola piscina e delle fiabesche altalene su un piccolo promontorio sul mare. Sono poi andata a Bangkok per concludere i miei due mesi di visto tailandese e per respirare un po’ l’aria della città affollata e trafficata, prima di ripartire per il Giappone.

Il ventiquattro agosto ho preso il taxi per andare all’aeroporto di Suvarnabumi, a un’orario improbabile, ovvero alle tre e trenta della mattina. Alle sei il volo della Delta Airlines è partito puntuale per Tokyo Narita, un viaggio abbastanza turbolento di sei ore. Atterrata a Narita sono andata immediatamente a chiedere come potevo raggiungere Kyoto in treno entro sera. Mi hanno venduto un biglietto per la stazione di Nippori, da lì ho dovuto prendere un treno della Yamanote Line, la linea circolare ferroviaria di Tokyo, e giungere alla stazione centrale di Tokyo. Ho comprato un biglietto per lo Shinkansen Nozomi, il treno veloce, che mi ha portata a Kyoto in circa due ore. Ho soggiornato presso l’Apa hotel nella zona Gion per tre giorni. Ho visitato la città di Arashiyama, raggiungibile da Kyoto prendendo un treno della Keifuku line alla stazione di Omiya, in centro Kyoto. Arashiyama è una città meravigliosa per il suo parco, gli splendidi paesaggi, la foresta di bamboo e il parco dei macachi. Kyoto è una città estremamente interessante e si possono davvero vedere tantissime cose: dai moderni portici di Nishiki Market e Teramachi street, ai favolosi templi, al quartiere di Gion, dove le Geishe e le Maiko escono verso le sei di sera per andare al lavoro e le strade dove passano vengono avvolte da un’aura misteriosa e surreale. Il fiume su cui il sole ogni sera si siede e diventa rosso e colora tutto di arancio e le colline intorno che rendono il paesaggio meraviglioso.

Da Kyoto ho preso un Nozomi diretto ad Okayama, l’unica città dalla quale si può prendere un treno diretto per raggiungere l’isola dello Shikoku. Ho soggiornato due notti all’hotel Maira molto confortevole, con bevande gratuite tutto il giorno e una piccola colazione la mattina. Ho visitato il castello e i giardini incantati di Korakuen, ho raggiunto con un treno Kurashiki, una piccola città a venti minuti di treno da Okayama. Una cittadina mercantile che conserva ancora lo stile dell’epoca Meiji, con i suoi canali che scorrono al centro, potrebbe ricordare la lontana Venezia. I salici piangenti che posano le loro foglie sull’acqua e gli edifici bianchi e neri tutti intorno. Davvero molto caratteristica e da vedere, ho respirato un’atmosfera d’altri tempi e mi sono immersa in un’ epoca antica.

Con un viaggio in treno di circa due ore e mezza da Okayama, ho raggiunto Matsuyama, la prima città dello Shikoku e anche la più grande della regione. Ho soggiornato in un altro Apa hotel, situato in una posizione davvero bella e comoda. A Matsuyama ho visitato il castello, ho assistito ad incredibili tramonti sul mare e ho visitato isole magiche. Ho preso un traghetto al porto di Takahamako per raggiungere la più vicina isola di Gogoshima, solo quindici minuti di viaggio, per visitare una delle spiagge più isolate e difficili da raggiungere. Un’isola molto bella, verde e poco popolata. Ho raggiunto l’isola di Nakajima, la più grande dell’arcipelago delle isole Kutsuna, a mezz’ora di traghetto veloce sempre dal porto di Takahamako. Mi ha regalato emozioni uniche e ho conosciuto persone meravigliose che mi hanno fatto visitare tutta la magia dell’isola. Il mare blu e le spiagge bianche si scontrano con le colline verdi, ricche di coltivazioni di arance e di tè verde. I suoi paesaggi sono da mozzare il fiato e sembra di essere in un’altra dimensione, dove il tempo non scorre mai.

L’isola più complicata da raggiungere è stata Aoyama, conosciuta come “l’isola dei gatti”. Ho dovuto prendere un treno diretto al piccolo porticciolo di Iyo Nagahama, circa un’ora di viaggio, poi un traghetto per quaranta minuti di traversata. Il viaggio è un pò complicato, soprattutto perché quando si arriva al porto non si può sapere con certezza se la barca partirà, poichè tutto dipende dalle condizioni del mare. Inoltre il traghetto fa solo due viaggi, uno la mattina e uno il primo pomeriggio, rimane sull’isola per un’ora e poi torna indietro. Per chi è appassionato di gatti ne vale la pena, quando si arriva si incontrano davvero tantissimi esemplari, che rendono particolare l’approdo del traghetto. L’isola è molto caratteristica, perché è abitata solo da cinquanta persone e più di cento gatti. Ci sono case disabitate e fatiscenti, ma nel complesso si integrano benissimo nel paesaggio.

La successiva meta è stata Kochi sulla costa dell’Oceano Pacifico, città natale del famosissimo samurai Ryoma Sakamoto e delle balene. Ho raggiunto Kochi cambiando due treni da Matsuyama, ci ho impiegato circa due ore e mezza. L’hotel nel quale ho soggiornato si chiama Green hotel, è in una posizione comodissima per chi viaggia in treno, poiché è a soli dieci minuti di camminata dalla stazione. Ho visitato la spiaggia di Katsurahama con una bellissima vista sull’Oceano; il castello, che offre uno spettacolare panorama della città, anche se l’ho visitato nei giorni in cui si è abbattuto un tifone. L’esperienza più bella e forte è stata il “whale watching”. Anche questa volta arrivare all’imbarcazione non è stato così semplice, ho dovuto prendere un autobus dalla stazione di Kochi, circa un’ora di viaggio per raggiungere il porto e imbarcarmi su una piccola barca. La crociera è durata in tutto cinque ore, perché il punto per avvistare le balene è molto distante dalla costa. E’ stata un’esperienza meravigliosa e irripetibile, vedere i delfini che saltavano in gruppo felici e liberi, essere circondati dalle balene, più grandi del triplo della barca, che pacifiche si immergevano nel loro ambiente naturale. Anche Kochi mi ha regalato emozioni e meraviglie ed è stato difficile lasciarla.

Sono partita alla volta di Tokushima, cambiando due treni da Kochi, per circa due ore totali di viaggio. L’hotel Avanti è stato il peggiore a livello di comodità della camera, ma il proprietario è un simpatico signore giapponese e la mattina hai una vera e propria colazione gratuita con: caffè, succo d’arancia, due panini dolci con il burro, un uovo sodo e ovviamente il caffè. Tokushima a prima vista mi è parsa la città più trascurata, anche se comunque molto bella. Ho raggiunto Naruto per fare una gita in giornata, prendendo un treno e un autobus per un totale di quasi due ore di viaggio. Ne è valsa la pena, però, per vedere un bellissimo spettacolo, quello dei vortici di Naruto, anche se l’orario non ha offerto lo spettacolo migliore, è comunque stato uno strano fenomeno da vedere. Sono salita con una funivia sul monte Bizan proprio dietro il mio albergo e da lì ho potuto assistere ad un panorama meraviglioso, che si estendeva fino al mare. Ho danzato l’Awa Odori con danzatori professionisti, la danza tipica della regione e della città, e ho riposato sulla riva del fiume.

Tokushima è stata l’ultima città che ho visitato nello Shikoku, perché da lì ho preso tre treni per tornare a Tokyo e rimanere una settimana. Tokyo è la mia metropoli preferita, è eclettica e moderna, ma al tempo stesso ricca di tradizione.

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Tokyo, la città con gli occhi manga…

Alla fine del mio viaggio attraverso lo Shikoku, è giunta l’ora di riambientarsi in una città e cosa c’è di meglio di una metropoli come Tokyo? Se dovessi scegliere la mia città preferita, sceglierei proprio Tokyo, così diversa, confusa ma ordinata, piena di colori… Qualche tempo fa ho frequentato un corso di scrittura creativa e mi hanno fatto descrivere una città come se fosse una persona, io ho scelto proprio Tokyo: “Il viso è luminoso, porta occhiali dalla montatura grande, nei quali si riflettono migliaia di luci. Porta un vestito corto e coloratissimo, le calze arrivano al ginocchio e sono rigate, su ogni riga di colore diverso c’è una scritta. Porta scarpe con una zeppa alta, ma cammina ugualmente in maniera sicura e veloce. Parla, canta e la sua voce riecheggia ovunque; nella sua originalità è affascinante e sensuale, ma anche seria. Non si annoia mai, si diverte ed è sempre pronta a rinnovarsi.”

Con questa descrizione penso di aver più o meno espresso l’anima di Tokyo per come la intendo io, una visione personale di una città che mi insegna sempre molto. Ho soggiornato ad Asakusa, il quartiere storico e più tradizionale della città in un albergo in stile classico giapponese. L’hotel Wasou non è propriamente una ryokan, ma ha stanze con futon e tatami, un forno a microonde nell’area comune, una lavanderia a gettoni e una sauna per sole donne. Le stanze sono piccole ma molto confortevoli e trovo estremamente comodo dormire a contatto con il pavimento. Per raggiungere la metropolitana si può passare davanti allo splendido tempio Sensoji e camminare lungo le stradine piene di negozi di souvenir. Credo sia una delle zone in cui preferisco soggiornare, perchè è tranquilla, nonostante i centinaia di turisti che ogni giorno si recano al tempio, ma è comunque una zona molto bella e la sera è molto quieta. Dalla mia stanza potevo vedere la torre di Tokyo e la notte con le luci è molto suggestiva.

Questa è stata la mia quarta volta a Tokyo, ma è sempre così divertente e piacevole passare del tempo passeggiando per le sue strade e i suoi quartieri. La mia zona preferita è ovviamente Harajuku, nota come ritrovo dei cosplayer e delle persone che amano vestirsi come gli eroi e le eroine dei manga. E’ un posto a tratti favolistico, eclettico, pieno di negozi strani che vendono tutto ciò che può servire per trasformarsi in un personaggio dei fumetti… Dalle parrucche con i codini alla Sailor Moon, agli abiti in stile bambola di ceramica, ai cappellini più stravaganti, per non parlare delle scarpe. Quando ti immergi in questo mondo è impossibile non venirne trascinati e ti ritrovi anche tu a indossare qualcosa in sintonia con ciò che ti circonda. Ogni volta che cammino per Takeshita street vorrei comprare tutto, ma ovviamente se si viaggia con uno zaino e non si può eccedere con il peso per non pagare l’extra all’aeroporto, non si può proprio. Certo ho dovuto comprare qualcosa, e mi sono limitata a due giacche kimono vintage e due paia di scarpe con il pelo e, ovviamente, calzini. Le calze per loro sono essenziali in ogni outfit e ne vendono di tantissimi colori e modelli.

Onestamente non potevo non andare a Shibuya, il cuore pulsante dello shopping a prezzi abbordabili e non. Mentre passeggiavo, mi hanno fermata e intervistata per il Ginza Magazine, una rivista di moda. Che orgoglio, per una fashion designer venire intervistata per una rivista di moda in Giappone, è una bella soddisfazione. Quel giorno infatti indossavo il kimono vintage e i sandali con il pelo bordeaux appena comprati, degli shorts di jeans con ricami sulle gambe e una canotta nera; la borsa l’avevo comprata ad Asakusa l’anno scorso e ha un tessuto in stile giapponese. A volte mi stupisco di me stessa, riesco a comporre uno stile particolare e ben curato nei dettagli senza pensarci! Quella mattina sono anche uscita di corsa dall’albergo, quindi non avevo pensato molto allo stile. Evidentemente è deformazione professionale. Shibuya è famosa per Achiko, il cane eroe che ha aspettato il suo padrone per anni davanti alla stazione, anche se non è mai ritornato a casa. E’ anche famosa per l’incrocio più popolato del mondo, chiunque visita Tokyo ha una foto di questa fenomenale intersezione, dove centinaia di persone camminano senza urtarsi per il tempo del semaforo. In realtà Shibuya è una zona energica e viva, le persone camminano e, come un fiume in piena si riversano per le strade illuminate da luci e video. 

Ho mangiato del buonissimo sushi, grazie alla mia amica Keiko. Lei vive vicino Tokyo e ci siamo incontrate in un piovoso giorno di settembre, alla stazione di Kanda. Il locale dove mi ha portato era molto caratteristico, il banco del sushi era ricco di buonissimo pesce fresco. Abbiamo mangiato sushi misto e bevuto una tazza di tè verde caldo. Non ero riuscita ancora a mangiarlo, perché ho assaggiato altri piatti della cucina giapponese, ma non potevo andare via senza gustare il sushi. E’ molto più buono di quello che si mangia a Milano, a parte qualche ristorante molto costoso. Dopo il pranzo abbiamo bevuto uno smoothie in un elegante locale all’interno di un business center, per poi salutarci e darci appuntamento a Milano, visto che lei doveva partire per l’Italia dopo qualche giorno.

A Jimbocho, una stazione della metropolitana vicino Kanda, ho trovato un’intera area piena di negozi di libri usati, alcuni negozi sono meravigliosi, sembrano delle antiche biblioteche, dove l’odore della carta vecchia ti inebria. Ovviamente ci sono libri molto costosi e ho trovato addirittura le opere di Niccolò Machiavelli. Alcuni negozi hanno esposti all’esterno degli scaffali pieni di libri, mentre altri sono talmente piccoli all’interno, che più di due persone non riescono a entrarci. E’ stato molto interessante camminare in quel quartiere ed essere attorniati dalla letteratura in tutte le lingue. Tokyo sa sempre come stupirmi!

Un’altra area che amo è Nippori, il quartiere dei tessuti. Una tappa da non perdere visto che sono una designer, ci sono negozi molto grandi con ogni tipo di tessuto e accessorio per cucire. Il mio rammarico è stato solo non poter comprare niente ovviamente, dove avrei messo i tessuti? In quale valigia? Ho un appuntamento per la prossima volta, voglio assolutamente comprare qualche tessuto, ci sono delle fantasie davvero belle e la mia mente ha già elaborato i capi da realizzare. I prezzi sono più o meno come a Milano, ma alcune stampe sono veramente originali. Pazienza, ho dovuto guardare e non toccare, ma è stato ugualmente fantastico essere circondata da tessuti, bottoni, passamanerie, paillette, lustrini e piume. Un’intera area piena di negozi che vendono solo tessuti, mi pare quasi assurdo. A Milano certamente ci sono tanti negozi, ma non ci sono quartieri interi, quindi per me è stato come quando un bambino entra in un negozio enorme di giocattoli… Dove vorrebbe comprare tutto ma non può perché è troppo piccolo! Ecco io ero esattamente una bambina nel suo personale paese delle meraviglie.

Che dire, Tokyo è una città cosmopolita, enorme, trafficata, ma è estremamente interessante ed energica. Quando cammino per le sue strade mi sento forte e curiosa, voglio vedere tutto ciò che mi circonda perché è tutto così interessante e strano. I mezzi pubblici funzionano benissimo ed sono pulitissimi. Insomma è la mia città dei sogni.

Sono partita per l’Italia, lasciando per ora l’Asia, ma so di per certo che è solo un arrivederci perché con la mia mente sto già elaborando il mio prossimo viaggio!