La mia penultima tappa nello Shikoku è stata Kochi, la città nativa del famoso samurai Ryoma Sakamoto. Appena arrivata in stazione, tre enormi statue rappresentanti samurai mi hanno dato il benvenuto. Il tifone stava arrivando e io ero un po’ spaventata in effetti, non sapendo come fosse realmente un vero tifone. Ero lontana dal mare quindi non avrebbe dovuto preoccuparmi più di tanto! Mi dispiaceva solamente non poter andare a fare whale watching, motivo per cui ho raggiunto Kochi. A circa dieci minuti dalla stazione ho trovato il mio hotel… Green hotel, la camera non era poi così piccola, la moquette non mi piace molto, ma a quanto pare qui è presente in ogni albergo. Ho avuto caffè e tè gratuiti tutti i giorni, la posizione è davvero comoda per prendere ogni sorta di mezzo pubblico. Lasciato i bagagli in hotel sono tornata alla stazione per vedere di prenotare il giro in barca l’indomani, visto che il tifone era previsto per domenica. Purtroppo però, era tardi e l’ufficio aveva già chiuso, così mi hanno detto di tornare il giorno dopo per avere notizie a riguardo.
La mattina seguente sono corsa in stazione all’ufficio del turismo, ma avevano cancellato il whale watching per la domenica, così mi hanno detto di tornare per sapere se il lunedì avrebbero riaperto. Ho deciso di andare in spiaggia, più precisamente nella spiaggia di Katsurahama visto che era una bella giornata e prima che arrivasse il tifone. Arrivata alla spiaggia finalmente ecco davanti ai miei occhi l’oceano Pacifico, un’immensa distesa celeste. Anche quì lo scenario è stato da mozzare il fiato ovviamente, come in ogni posto che ho visitato fino ad ora. La spiaggia è grande, solo che non essendo balneabile ci sono delle guardie che ogni qualvolta qualcuno si avvicina troppo alla riva, con il megafono viene richiamano. In effetti è stato molto divertente e ovviamente hanno richiamato anche me! Sono salita su un piccolo promontorio per vedere meglio il mare e l’orizzonte, stupendo davvero. Sono rimasta tre ore sulla spiaggia a riposare un all’ombra, con il vento che mi soffiava sulla pelle, ascoltando musica. Poi sono tornata sul pullman e mi sono fermata per un’oretta all’osservatorio sempre per ammirare gli scenari fantastici che mi si proponevano davanti agli occhi.
Il giorno dopo, la domenica, ho cercato ancora di prenotare la crociera, ma niente. Diluviava e ovviamente anche il lunedì sarebbe stato brutto. Sono andata a visitare il castello e, in un momento di sole prima che tornasse la pioggia a dirotto, ho trovato il mio paradiso. Un angolino nascosto all’interno del parco del castello, ho scavalcato la bassa recinzione e mi sono trovata davanti ad un burrone, ma la vista era davvero magnifica. Mi sono sentita Lara Croft in Tomb Rider, ho scattato una foto che sembra esattamente un frammento del videogioco. Ovviamente non potevo non danzare, finchè non ha ricominciato a piovere. Mi sono diretta verso l’uscita e mi sono completamente bagnata. Alla fine il tifone altro non è che un forte monsone, non mi sono stupita più di tanto perché in Thailandia sono solita vedere certa pioggia. La giornata l’ho terminata nella galleria dello shopping, non per comprare, ma perché coperta e con comode panchine al centro.
Il lunedì, in effetti, c’è stata ancora pioggia e così mi sono diretta con l’ultima speranza verso la stazione per chiedere se l’indomani avrei potuto effettuare il whale watching, anche se avrei dovuto partire non avevo orari e il treno per Tokushima alla fine era solo di due ore. Così ho preso prima i biglietti del treno e mi sono informata riguardo agli orari e poi, speranzosa, sono andata all’ufficio informazioni. Ormai mi conoscevano tutti e finalmente il martedì avrebbero fatto la crociera. Wow, mai darsi per vinti. In effetti ho dovuto svegliarmi all’alba, fare il check out alle sei del mattino, lasciare i bagagli all’albergo e raggiungere il terminal dei pullman in stazione. Per arrivare al porto ci sarebbe voluta un’ora e la barca sarebbe partita alle otto, per stare ben cinque ore in mare. Ovviamente ho fatto fatica a capire quale bus prendere perché tutte le fermate erano scritte in giapponese e, anche se ho chiesto all’autista e mi ha detto che era giusto, sono stata in ansia tutto il tempo per paura di aver sbagliato. Alle sette e cinquanta si è fermato al porto, non ci potevo credere ce la stavo facendo anche questa volta. Sono corsa verso il piccolo porticciolo e ho raggiunto la barca, ho pagato 6000 yen (circa 50 €) e sono salita. Mi immaginavo una barca un po’ più grande, ma era piccola e ho capito che sarebbe stato un viaggio turbolento. Così è stato, anche se l’oceano sembrava calmo c’erano un sacco di onde che facevano muovere la barca e farci saltare sui sedili. Per fortuna ero all’aperto, perché mi avrebbe dato fastidio stare all’interno se la barca si muove troppo. Dopo un’ora e mezza di navigazione ci siamo fermati in un punto dove branchi di delfini nuotavano felici ed è stata un’emozione forte, ho quasi sempre visto i delfini in cattività, chiusi in piscine per fare spettacoli e far divertire noi stupidi umani, ma lì erano liberi nel loro habitat naturale. Mi sono resa conto di quanto fosse bella la natura e il mondo del mare. Mi ha sempre affascinato e al tempo stesso fatto paura, ho sognato tante volte di essere la sirenetta e di vivere in fondo al mare. Ho sempre creduto che al di sotto della distesa blu ci sia un mondo nascosto ancora sconosciuto, che vuole rimanere segreto. Abbiamo navigato ancora un pò prima di avvistare una balena, è passata proprio vicino alla barca e misurava il doppio. E’ stato surreale, sono esseri meravigliosi e pacifici, vederla dal vivo è un’esperienza davvero unica. La sua maestosità e la leggerezza con la quale solca l’acqua è da non credere. Mi veniva quasi da piangere perché non avrei potuto andare via da Kochi senza aver avuto la possibilità di incontrare queste meravigliose creature marine. Quando siamo tornati indietro mi è venuta un pò di malinconia, era già finito… avrei voluto buttarmi in acqua e vivere con loro.
Tornata verso l’albergo ho preso i miei bagagli e sono andata in stazione per prendere il treno per Tokushima, anche se ero davvero stravolta per i viaggi non mi importava perché avevo vissuto per l’ennesima volta un’esperienza fantastica e irripetibile ed ero davvero felice di aver raggiunto l’obiettivo anche questa volta!