Kyoto e Arashiyama… natura, tradizione e incanto

Kyoto la città della tradizione, delle Geishe, dei templi e del bamboo in sostanza una città meravigliosa. E’ la terza volta che ci torno e  vado sempre alla ricerca di cose nuove da vedere, certo due giorni sono proprio pochi, ma visto che non è la prima volta sono sufficienti. La città è grande ma io l’ho sempre girata a piedi, facendo delle belle e lunghissime camminate. A parte il gran caldo afoso dei mesi estivi è bello passeggiare per le strade e vedere ogni minimo particolare che ti circonda. Ogni tanto è giusto entrare in qualche locale o in un negozio per potersi rigenerare… o prendersi un raffreddore perchè l’aria condizionata è forte e il contrasto con l’esterno è davvero notevole.

Il primo giorno non ho voluto fare niente di speciale e sono rimasta nella zona del mio hotel, Gion il quartiere delle Geishe. Adoro questa zona perchè si respira l’antica tradizione e si percepisce il vero Giappone. Due anni fa quando ci sono venuta mi sono anche vestita da Geisha. E’ costato parecchio, ma ne è valsa la pena vedermi per una volta nella vita come una creatura irreale, quasi proveniente da un altro mondo. Sì, perchè quando ti truccano piano piano ti trasformi e diventi un’altra persona, tutto si trasforma e diventa surreale. Il tuo viso completamente bianco è irriconoscibile ed è davvero strano. Ti ridisegnano le sopracciglia di rosso, ti colorano le labbra di rosso acceso e poi i capelli… ti passano una cera per renderli compatti per poi coprirli con una pesante parrucca nera adornata a tua scelta. Poi ovviamente si passa alla vestizione, la scelta del chimono e dell’obi è ardua perchè  ci sono tantissimi colori e fantasie. I kimoni veri sono bellissimi, i tessuti preziosi e pesanti, ricordo perfettamente che quando mi hanno tirato le varie cinture no ho respirato per qualche secondo, è davvero una sensazione sgradevole ma passa dopo poco. Quando diventi la creatura che non avresti mai pensato di diventare si passa allo shooting con vari oggetti tipici, ombrello in carta di riso e ventaglio. Non si possono mostrare i denti perchè la tradizione non lo ammette, bisogna solo accennare un sorriso e inclinare la testa leggermente. E’ stata un’esperienza che terrò nel mio cuore tutta la vita proprio per la sua stranezza. Ma tornando a questa volta non ho fatto niente di tutto ciò, mi sono dedicata alla natura!

Ho visitato un Neko cafè, ovvero il caffè con i gatti i miei esseri preferiti, li amo tantissimo. Ho girato un sacco di tempo per trovarlo perchè come al solito le indicazioni non sono molto chiare e quindi ho chiesto in giro e con molta fatica alla fine l’ho trovato. Sono entrata in questo piccolo locale dopo essermi lavata e disinfettata le mani e tolta le scarpe, ho lasciato negli appositi armadietti la mia borsa e ho ordinato un tè verde. Mi sono seduta e ho iniziato ad accarezzare una splendida signorina rossa. La cosa strana, che io al mio gatto non ho mai provato a fare, è che gli devi dare delle pacche sul sedere, li rilassa e si siedono volentieri a farsi accarezzare. Proverò quando torno a casa a farlo al mio Ade, se non mi graffia istantaneamente vuol dire che funziona! Sono rimasta un’ora e poi mi sono incamminata per le strade di Kyoto. Ho mangiato una zuppa di ramen in un delizioso e alquanto antico ristorante, con tè e acqua gratuiti come d’usanza. Quando sono uscita ho incrociato il quartiere di Kawaramachi, dei lunghi portici pieni di negozi e cianfrusaglie… Il mio paradiso direi! Non ho comprato niente però, pensando al mio zaino strapieno e pesante. Ho incrociato l’owls zoo (lo “zoo” dei gufi) e il bengal forest (ovvero un locale pieno di gatti del bengala, il primo al mondo a tenere questa razza). I gatti del bengala sono animali di una straordinaria bellezza con il manto simile ad un leopardo e sono anche abbastanza docili; beh si paga 600 Yen (circa 5 €) per sedersi per terra prendere un gatto e coccolarlo per mezz’ora e se sei fortunato a volte potrebbe avvicinarsi un secondo. Bisogna quindi essere dei veri appassionati altrimenti evitate di buttare via 5 €. Io amo i gatti e per me è stato un piacere avere una signorina da coccolare e accarezzare, con un pelo lucido e morbidissimo! Dopo la foresta del bengala è stata la volta dei gufi… Animali meravigliosamente misteriosi e stupendi (non a caso ho un gufo tatuato sulla mia gamba destra). Certo non è bello vederli in un ambiente chiuso perchè sono animali che devono volare e quindi ci sono molte critiche riguardo a questi posti, però sinceramente non capita tutti i giorni di poter toccare e stare vicino a un uccello così sfuggevole e bellissimo.Il prezzo è lo stesso dei gatti, ma si può stare dentro quanto si vuole, anche se una volta finito il giro e visto tutti i gufi non c’è molto da fare.

La giornata è giunta al termine, mi sono incamminata verso l’hotel e ho incrociato la via delle Geishe. Da un taxi, come per magia, ecco che scendono due creature astrali bianche ed eteree così sfuggevoli a questo mondo reale. Purtroppo non avevo il cellulare pronto sono riuscita solo a scattare una foto dal dietro, è comunque una soddisfazione averle viste ancora una volta.

Il giorno seguente ho deciso di andare ad Arashiyama, una cittadina a quindici minuti di treno da Kyoto. Ne avevo sentito parlare perché c’è la famosa foresta di bamboo e il parco dei macachi, ma non ci ero mai stata. Così ho preso un pullman fino alla stazione di Omiya e un treno della linea Keifuku diretto, a soli 210 Yen (1,80 € circa). Quando sono arrivata ho realizzato subito che la città doveva essere molto bella, perché già la piccola stazione era affascinante. Tutto intorno ai binari c’erano dei tubi trasparenti contenenti rotoli di tessuto per kimono dalle diverse fantasie. Mi sono incamminata per cercare la foresta di bamboo, sotto un sole caldissimo e un umidità altissima. Io amo il caldo, ma quando è esagerato dà un po’ fastidio, lo devo ammettere. Ho raggiunto un parco e, ovviamente, la strada tutta in salita, ma ne è valsa la pena perché ho potuto respirare aria pura senza inquinamento e stare a contatto con la natura. Ho camminato per circa un ora prima di raggiungere la foresta, solo perché mi sono persa! Quando sono arrivata ovviamente non ero l’unica, tanti turisti stavano percorrendo il sentiero attorniato da alte e verdi canne di bamboo. Purtroppo per la tanta gente l’atmosfera è un  po’ rovinata, ma ammetto che è davvero bello e se per un istante chiudi gli occhi ti senti veramente trasportato in una dimensione magica, nell’epoca degli imperatori e dei samurai. Insomma un’esperienza bellissima in quanto io riesco sempre a scappare dalla realtà e a rifugiarmi in mondi fantastici!

Ho visitato i giardini del tempio Tenryuji bellissimi e patrimonio dell’Unesco, anche se credo che in primavera o autunno siano molto migliori. Mi sono poi incamminata per la volta della stazione, volevo fermamente tornare indietro perché dopo la lunga camminata e il caldo soffocante non vedevo soluzione. Mi sono seduta a mangiare un gelato al tè verde e di colpo ho riottenuto le forze, così ho chiesto informazioni e mi sono diretta verso il Monkey Park Iwatayama, un parco dove vivono i macachi. Durante la calda estate giapponese bisogna essere intrepidi a iniziare il cammino verso il parco, ci vuole circa mezz’ora di camminata in salita per raggiungere lo spiazzo con le scimmie. Solo con il mio gelato nello stomaco non avrei pensato di potercela fare, così ho comprato una bevanda energetica e mi sono incamminata. Dopo le prime salite, che sono state ardue, mi sono abituata alla fatica e per fortuna, essendo in un bosco, gli alberi hanno nascosto il sole dunque ho camminato all’ombra. Quando ho raggiunto la cima non potevo crederci e hanno iniziato a sfrecciarmi vicine delle grosse scimmie pelose! Io adoro gli animali sono così simpatici. Non si possono ovviamente toccare e ci sono tanti guardiani a proteggere sia le persone perché si sa che le scimmie sono imprevedibili e dispettose. Ho scattato tante foto e la cosa più bella è stata vedere i piccoli attaccati alle loro mamme, così teneri. Inoltre c’è una bellissima veduta della città.

Dopo tante foto incredibili, ho deciso di ritornare a Kyoto soddisfatta e distrutta. Ho passeggiato ancora per le vie e poi sono tornata in albergo a preparare lo zaino e riposare per l’indomani… giornata di viaggio e alla scoperta di una nuova meta… Okayama.

Kyoto mi ha lasciata come sempre affascinata dalla sua bellezza. Credo sia una delle poche città evolute e moderne a trattenere la tradizione, in un paese dove la passione per l’occidente e per l’evoluzione tecnologica stanno prevalendo. La realtà di Kyoto è quasi extra terrena per come la vivo io e se si ascolta bene si viene trascinati in un tempo antico dove le Geishe erano delle guerriere. Mi piace pensarla così e immedesimarmi in una di loro, invincibile e bellissima!

Bangkok – Kyoto passando da Narita… tutto in un giorno

Dopo due mesi esatti in Thailandia… eccomi su un treno da Tokyo a Kyoto in Giappone. Devo dire che è un bel cambiamento perché benché anch’esso si trovi in Asia, qui la cultura è completamente diversa. Dopo un volo di sei ore da Bangkok con Delta airlines, eccomi a correre per Narita a cercare un treno per Kyoto e riuscire ad arrivare prima di sera. Non è così facile però, perché non ci sono treni diretti così mi hanno venduto un biglietto del Narita Express fino a Nippori. Arrivata a Nippori però non è finita perché ho dovuto arrivare a Tokyo station e, dopo aver girato per ben quindici minuti inutilmente per trovare la biglietteria e comprare un biglietto per raggiungere la stazione di Tokyo con la Yamanote Line, finalmente vedo qualcuno del personale della stazione che mi dice, con mio sommo sollievo, che il biglietto che possedevo da Narita era valevole per quella linea. Grazie al cielo… Mi sono fiondata verso il binario giusto e, salita sul treno, non ho pensato ad altro che riuscire a prendere subito un Nozomi (il treno ultra veloce) per Kyoto. Non mi sembra vero… ce la sto facendo.

Ammetto che ho sbagliato ancora una volta il bagaglio… sono partita con lo zaino questa volta, ma purtroppo come il mio solito l’ho riempito troppo e quindi ho circa 14 kg sulle spalle, più lo zaino piccolo con il computer e altre cianfrusaglie, la borsa della reflex con due obiettivi e per finire la borsa personale… Non so neanche io come ho fatto a correre e prendere in tempo tutti i treni! Non la capirò mai, non devo riempire i bagagli anche perché solitamente trovo sempre offerte per comprare nuove cose! Credo proprio di essere un caso disperato.

Certo è stata una mattinata difficile, sveglia alle 3 per prendere il taxi alle 3.30, arrivare in aeroporto e aspettare le 5.55 la partenza del volo. Non sono neanche riuscita a dormire gran chè sull’aereo, nonostante avessi un posto in comfort economy (comprato per un prezzo davvero irrisorio), ci sono state troppe turbolenze per i miei gusti e non sono stata tranquilla. Scesa dall’aereo ho dovuto fare una coda di trenta minuti per passare il controllo passaporti e poi la pazza corsa verso Kyoto!

Mi manca ancora un ora per arrivare a destinazione, ma stare su questo treno è piacevolissimo. La pulizia è perfetta persino nei bagni, non posso dimenticare il mio ultimo viaggio a Parigi con il TGV, un treno veloce ma davvero sporco e vecchio… una pessima esperienza. Qui sembra di stare su un aereo e poi c’ è un gran silenzio, nessuno parla, sono tutti impegnati chi a mangiare, chi a leggere o a giocare ai video giochi.

La cosa che amo di più quando salgo sui treni giapponesi è comprare il Bento, il pranzo al sacco fatto apposta per i treni! Una deliziosa scatola contenente diversi cibi, ci sono di tutti i prezzi quello da mille yen (circa 8€) è abbastanza per un sostanzioso spuntino. Il cibo è davvero buono e ogni scatola ha diversi cibi, è un must se si vuole viaggiare in stile Japan.

Il Giappone credo sia un’esperienza fantastica da provare, è strano come si venga catapultati in un manga… Sul serio, tutto sembra un cartone animato comprese le persone, si viene travolti da un modo parallelo fatto di luci, colori e profumi. Quando ci si trova in posti affollati come la metropolitana o la stazione si viene travolti da un flusso di persone vestite in giacca e cravatta a contrasto con le ragazze che escono dalle varie scuole e portano diverse divise, dalle varie lunghezze delle gonne. Un mondo dove tutti sembrano rispettosi degli altri, ma forse a volte lo sono perché gli è stato imposto da piccoli… a volte gli uomini sembrano tristi nei loro vestiti eleganti, quasi come se gli fosse stato imposto, poi ci sono i ribelli, i giovani che cercano di andare contro le convenzioni ed estremizzano il loro aspetto. Insomma un paese vario, dove la tradizione lotta contro la voglia di diventare occidentali e prendere la loro cultura. Un paese fantastico, ma con degli scheletri nascosti nell’armadio! Io lo amo e racconterò il mio viaggio attraverso le immagini che scatterò durante il mio cammino!